I rincari sul diesel nella manovra

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-03

Il conto più pesante sembrano destinato a pagarlo i 17 milioni di automobilisti che possiedono una macchina alimentata a diesel. Quelle sul gasolio sono una delle agevolazioni destinate a cadere sotto la scure della revisione degli sconti fiscali

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La manovra apre ai rincari sul dieselEntro il 15 ottobre il governo dovrà consegnare all’Europa il «Budgetary plan», lo schema della legge di bilancio. Per Bruxelles la Nota di aggiornamento del Def approvata dal governo lunedì scorso è poco più di un documento interno dell’Italia. Dunque c’è tempo fino al 15 di questo mese per trovare i 5 miliardi di euro che ancora mancano per completare la manovra di bilancio. Il rischio, come sa bene il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, è che ogni misura che da qui a quella data verrà fuori dal Tesoro, rischia di essere impallinata. Spiega oggi il Messaggero che a via XX Settembre si concentrano sul taglio delle agevolazioni fiscali:

Al momento il conto più pesante sembrano destinato a pagarlo i 17 milioni di automobilisti che possiedono una macchina alimentata a diesel. Quelle sul gasolio sono una delle agevolazioni destinate a cadere sotto la scure della revisione degli sconti fiscali. Ogni centesimo di accisa in più, si tradurrebbe in un incremento del gettito per lo Stato di 200 milioni di euro. Basterebbe ridurre di 5 centesimi le agevolazioni per ottenere un miliardo di euro.

L’unica controindicazione è che il prezzo del carburante alla pompa salirebbe della stessa misura. Ma, al momento, questo sacrificio viene considerato sostenibile anche politicamente, soprattutto se la misura sarà legata alla transizione energetica sposata dal governo. Dai rincari del gasolio si salverebbero invece gli agricoltori e i trasportatori, per i quali verrebbero invece confermate le agevolazioni in essere.

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Le detrazioni e deduzioni fiscali (Il Messaggero, 3 ottobre 2019)

Il secondo capitolo riguarda invece le detrazioni fiscali al 19%, come le spese sanitarie. La direzione di marcia,nonostante la frenata di Conte, è sempre la stessa, quella dello sconto fiscale legato al reddito: più si guadagna minore sarà la detrazione fino ad azzerarla oltre una certa soglia di reddito (200-300 mila euro). Non sarebbe comunque una misura indolore. Inevitabilmente si tradurrebbe in aumenti di tasse per qualcuno. Nel mirino ci sono poi le agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie e l’ecobonus. Misure che verranno confermate nella legge di bilancio, ma che verrebbero, come nell’ipotesi delle spese sanitarie, graduate in base al reddito.

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