I primi risarciti della Banca Popolare di Bari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-23

Una coppia di pensionati veneti otterrà i sessantamila euro che il loro impiegato di banca di fiducia aveva spostato sulle azioni dell’istituto barese. Il giudice ha dichiarato nulli tutti gli atti. E il funzionario dovrà pure pagare le spese

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Ci sono i primi risarciti della Banca Popolare di Bari. Si tratta di due pensionati veneti che ha sottoscritto a loro insaputa le azioni dell’istituto pugliese. I due coniugi avevano acquistato a loro insaputa azioni per un valore di 60.912 euro tra il 2008 e il 2009. Si erano fidati dell’impiegato di banca di loro stretta fiducia.

I primi risarciti della Banca Popolare di Bari

La quotazione di quei titoli si è ridotta fino alla sospensione delle azioni pochi mesi fa. Il tribunale ha condannato la banca al risarcimento e dovrà ottemperare anche al pagamento delle spese.  La storia la racconta oggi Antonello Cassano su Repubblica Bari:

Tutto ha inizio dal rapporto di fiducia che questa coppia di sessantenni (moglie impiegata e marito muratore con titolo di studio che non supera la terza media) ha con un funzionario di una banca di Treviso. Nel 2008 questo bancario cambia datore di lavoro e viene assunto in una filiale trevigiana della Banca Popolare di Bari. Il funzionario di banca convince i coniugi a spostare il loro conto corrente dalla vecchia banca alla filiale della Bpb.

banca popolare di bari
I rimborsi ai risparmiatori delle banche saltate (Corriere della Sera, 16 gennaio 2020)

Il passaggio avviene tutto a domicilio, nel senso che il bancario si premurava di portare tutti i documenti per il passaggio del conto corrente a casa dei coniugi affinché questi li firmassero senza scomodarsi. Il passaggio avviene tra il 2008 e 2009. Solo anni dopo la coppia scoprirà che fra le carte firmate c’erano anche quelle per l’acquisto di azioni della Popolare di Bari per un valore di 60.912 euro, praticamente tutti i loro risparmi.

Si scopre così che ogni volta che il funzionario andava a trovare i coniugi a casa, tre o quattro volte all’anno, portava con sé e faceva firmare solo le ultime carte dei fascicoli e non tutti i documenti e si scopre pure che i profili Mifid non corrispondevano alla reali conoscenze e situazioni finanziarie dei coniugi. Per questo la giudice Susanna Menegazzi ha dichiarato nulli tutti gli acquisti di azioni fatti dal 2008 al 2009, condannando la banca a risarcire la coppia di tutti gli investimenti fatti (pari a 60.912mila euro) e ha condannato banca – che potrebbe anche presentare ricorso in appello – e funzionario a pagare le spese legali.

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