I ponti a rischio crollo e il buco nero dei controlli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-27

La vicenda degli otto ponti a rischio crollo si incrocia oggi con quella dei venti viadotti a rischio, sotto inchiesta da parte della Procura di Genova: il controllore e il controllato sono la stessa persona

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La vicenda degli otto ponti a rischio crollo si incrocia oggi con quella dei venti viadotti a rischio, sotto inchiesta da parte della Procura di Genova: diciotto sulle autostrade tra la Liguria e il Piemonte, tra cui il Pecetti e il Fado sulla A-26, chiusi lunedì sera; uno, il Paolillo, sulla Napoli-Canosa di Puglia; l’altro, il Moro, a Pescara, sulla Bologna-Taranto.

I ponti a rischio crollo e il buco nero dei controlli

Spiega oggi Ettore Livini su Repubblica che  in base all’articolo 14 del Codice della strada «la verifica strutturale delle opere in concessione è compito del concessionario». E quindi il controllore coincide con il controllato.

A vigilare su stabilità e manutenzione del ponte Morandi era la Spea, società di Atlantia, padrone di Autostrade per l’Italia (Aspi). Una cosa in famiglia, insomma. Come le verifiche sulla A26: a carico della Sina, azienda di quella stessa famiglia Gavio che gestisce l’autostrada. Un conflitto d’interessi che la famiglia Benetton ha eliminato solo a ottobre affidando i controlli a una società di ingegneria esterna dopo che alcuni manager Spea avevano denunciato “pressioni” dai vertici Autostrade per edulcorare i rapporti delle loro ispezioni.

Anche lo Stato, in teoria, ha un ruolo di gendarme nel settore. Esercitato però con scarsa convinzione e risultati discutibili. La concessione trentennale ad Aspi del 2007, per esempio, prevedeva compiti di controllo per l’Anas, passati poi nel 2013 al ministero dei trasporti in capo alla “Direzione per la vigilanza sulle concessioni” (Dvc). Un’arma nata scarica. La prova? L’audizione alla Camera nel 2016 di Mauro Coletta, direttore generale dell’ufficio dove — ipse dixit — «c’è più burocrazia dell’attività che conduciamo», «siamo 160 invece dei 250 previsti» e si arriva al paradosso per cui «chi va in trasferta anticipa le spese, che vengono rimborsate dopo 4-5 mesi».

Intanto l’ufficio stampa di Autostrade ha inviato una comunicazione a La Stampa sugli otto viadotti a rischio crollo massimo di cui il giornale ha parlato ieri:

Gentile Direttore,
a beneficio dei lettori è utile precisare che, in relazione alla ricostruzione sullo stato dei viadotti in Piemonte e Liguria pubblicata da La Stampa ieri, non corrisponde al vero l’allarme presente nel titolo dell’articolo secondo cui ci sarebbero «altri otto ponti a rischio crollo massimo». Su tutti questi viadotti infatti sono in corso interventi di manutenzione – in alcuni casi già completati – e sono presenti temporanee limitazioni al traffico valutate da ingegneri strutturisti.

Tali circostanze, di cui è stata data informazione puntuale al Ministero concedente e all’opinione pubblica, escludono rischi per la sicurezza di chi viaggia. Inoltre l’articolo si riferisce a viadotti le cui condizioni sono state valutate da qualificati soggetti terzi selezionati da Autostrade per l’Italia.

otto viadotti a rischio crollo
La mappa degli otto viadotti a rischio crollo pubblicata oggi da La Stampa (26 novembre 2019)

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