Politica
I nomi “caldi” per il governo istituzionale
neXtQuotidiano 20/04/2018
L’ultima carta di Mattarella è un esecutivo che porti al voto il paese entro la primavera del 2019. I nomi dei papabili
Governo istituzionale, governo del presidente, governissimo. Per la possibilità di un esecutivo “tecnico” con l’appoggio (condizionato) di gran parte o di tutto il parlamento le formule saranno tante ma l’obiettivo è sempre lo stesso: accompagnare il Paese almeno fino alla primavera del 2019. Un’ipotesi (per alcuni un incubo) molto presente tra i principali partiti. Non è un caso che Salvini ieri in serata si sia detto disposto a fare un tentativo in prima persona, pur di stoppare «l’ennesimo governo tecnico destinato a spennare gli italiani». Ventiquattro ore prima il suo vice Giancarlo Giorgetti, assai più diplomatico, aveva invece spiegato che «questa ipotesi non ci piace, ma la Lega è una forza responsabile». Andrea Carugati sulla Stampa oggi riepiloga quali nomi potrebbero essere papabili per un esecutivo di questo genere:
Se l’esploratore Roberto Fico dovesse registrare qualche possibilità di dialogo tra il suo partito e il Pd, uno dei nomi più quotati è quello di Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato dal 2016, pensionando a fine agosto. Giurista palermitano, classe 1948, è da sempre molto vicino a Sergio Mattarella (è stato suo capo di gabinetto al ministero dell’Istruzione a fine Anni Ottanta), che aveva pensato a lui tre anni fa per il ruolo di segretario generale del Quirinale, poi affidato a Ugo Zampetti.
Quando il suo nome fu in predicato a fine 2015 per il ruolo di giudice costituzionale, dal M5S fu giudicato «di alto profilo». Pajno ha coltivato buoni rapporti con Alfonso Bonafede, l’uomo che per Di Maio segue il dossier giustizia, ma anche con il braccio destro di Renzi Luca Lotti. Fortissimo anche il nome dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino, apprezzata dai grillini per la legge che porta il suo nome e che esclude i condannati per alcuni reati gravi dalle cariche pubbliche (l’esempio più noto è la decadenza di Berlusconi da senatore). Severino attualmente è rettore della Luiss di Roma e sarebbe la prima donna premier nella storia italiana.
Sabino Cassese, decano del diritto amministrativo, professore emerito alla Normale di Pisa, è un altro nome di cui si continua a parlare nell’ottica di una maggioranza tra Pd e M5S: in una intervista a Repubblica ieri ha invitato le forze politiche a seguire il modello tedesco di un «contratto sul programma» e ha sottolineato la capacità delle forze antisistema di «istituzionalizzarsi» in tempi molto rapidi: «Un grande successo della nostra democrazia». L’unico vero ostacolo sulla strada di Cassese è l’anagrafe: a ottobre infatti compirà 83 anni.
Gli altri nomi che ballano sono quello di Giovanni Maria Flick, già ministro della giustizia con Prodi, e dell’onnipresente Carlo Cottarelli. Stranamente, nell’elenco manca Raffaele Cantone che potrebbe registrare molti consensi sia tra il PD che tra il M5S.