Opinioni
«I napoletani devono bruciare»
Mario Neri 12/07/2019
«Bisogna bruciare tutto: Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti, perché i napoletani sono un rifiuto del mondo»: il direttore di una grande azienda metalmeccanica, la Tiberina di Pomigliano, una multinazionale italiana, indotto Fiat, ha preso questa frase da internet per utilizzarla in fabbrica con l’obiettivo di «spronare» gli operai a essere più civili, […]
«Bisogna bruciare tutto: Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti, perché i napoletani sono un rifiuto del mondo»: il direttore di una grande azienda metalmeccanica, la Tiberina di Pomigliano, una multinazionale italiana, indotto Fiat, ha preso questa frase da internet per utilizzarla in fabbrica con l’obiettivo di «spronare» gli operai a essere più civili, puliti ed efficienti, a «reagire concretamente – come poi il manager stesso ha spiegato – contro i giudizi razzisti e leghisti». La storia è raccontata oggi dal Mattino in un articolo a firma di Pino Neri.
La frase è finita sui display informativi dello stabilimento e i lavoratori dell’azienda hanno scioperato durante il turno di notte:
Il fatto si è consumato nello stabilimento Tiberina di Pomigliano, dieci giorni fa, ma si è saputo solo ora che i dipendenti hanno fatto circolare la foto della frase incriminata, comparsa sui tabelloni digitali dello stabilimento, tabelloni che in genere si utilizzano per informare i lavoratori circa la sicurezza e l’organizzazione in fabbrica.
Dal canto suo però, Dario Liccardo, manager plant della Tiberina, ingegnere, 45 anni, da tempo residente a Gaeta, assicura che«si è trattato del più classico dei malintesi». Liccardo è napoletano, nato e cresciuto al Vomero fino a 21 anni. Da allora non abita più a Napoli, dov’è tornato a dirigere una delle fabbriche Tiberina, nel 2018.
La parte curiosa della vicenda è che nella Tiberina di Pomigliano non c’è l’aria condizionata, non ci sono nemmeno estrattori, solo dei ventilatori: forse il direttore poteva trovare un modo più utile per “motivare” i dipendenti?
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