I furbetti della Cassa Integrazione per aziende inesistenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-17

Le 2.549 aziende la cui istanza è stata bloccata dall’Inps sono dislocate su tutto il territorio nazionale. Ma, tra le singole province, il maggior numero di casi si registra a Napoli con 348 tentativi di frode, a fronte dei 263 di Roma e dei 144 di Milano

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Mentre ci sono ancora 656mila lavoratori in attesa che l’INPS paghi la Cassa Integrazione, nella corsa agli ammortizzatori sociali ci sono anche centinaia di imprese che ne hanno fatto richiesta, pur non avendo i requisiti richiesti dalla legge. In molti casi, anzi, ad inoltrare la pratica per accedere ad uno dei tre ammortizzatori sono state aziende fittizie, ovvero organismi societari creati ad hoc, per poter sfruttare i benefici previsti dal decreto. Una frode emersa dalle ispezioni effettuate dall’istituto di previdenza e di cui parla oggi Il Mattino:

Secondo le indagini della Direzione Centrale Antifrode Inps sono state 2.549 le aziende “a rischio di “frode”, per le quali l’Istituto ha deciso di bloccare la domanda. I tentativi di truffa nel mirino di Inps riguardano i mesi di aprile e maggio. Il numero dei presunti casi di frode supera quello dell’intero 2019, quando emersero 2mila 300 aziende fittizie. Il fenomeno è esploso proprio in coincidenza con l’avvio delle pratiche per l’accesso agli ammortizzatori sociali, decretati dal governo a beneficio delle imprese che hanno interrotto l’attività a causa dell’emergenza sanitaria.

Le 2.549 aziende la cui istanza è stata bloccata dall’Inps sono dislocate su tutto il territorio nazionale. Ma, tra le singole province, il maggior numero di casi si registra a Napoli con 348 tentativi di frode, a fronte dei 263 di Roma e dei 144 di Milano. Tra le regioni, il primato spetta alla Campania con 506 aziende fittizie, seguita dalla Sicilia con 333 e dalla Lombardia con 163.

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I furbetti della CIG (Il Mattino, 17 giugno 2020)

Oltre ai tanti casi di imprese fittizie, ci sono anche quelli di aziende realmente esistenti, che hanno effettuato assunzioni retrodatate. L’obiettivo della truffa è quello di far figurare nell’organico aziendale parenti, amici ed altri soggetti che non avevano mai lavorato, in modo da poter usufruire degli ammortizzatori sociali e rimpinguare il “bottino” dell’impresa. Anche le assunzioni “fittizie” sono migliaia. Le frodi riguardano prevalentemente la Cig in deroga, che è stata estesa ad alcuni settori per i quali non erano previsti ammortizzatori sociali prima della pandemia. E l’esigenza di concedere in tempi brevi la Cig in deroga con la motivazione “Covid-19” ha limitato i controlli preventivi. Tuttavia i controlli successivi all’invio delle istanze sono stati serrati.

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