Economia
I 228 milioni di vincite ai giochi dimenticate
neXtQuotidiano 09/01/2020
Il beneficio è solo temporaneo, assicurano però dai Monopoli. Se alla chiusura di una lotteria istantanea la quota di vincite pagate è inferiore al previsto — si spiega — nella successiva sarà possibile offrire un payout, la percentuale di somme giocate da restituire in vincite, leggermente più alta
Ci sono 228 milioni di vincite ai giochi che non vengono riscosse solo da Lotto, Superenalotto e Gratta&Vinci su un totale di 13,4 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2018, solo da Lotto, Superenalotto e Gratta&Vinci gli italiani si sono “dimenticati” di riscuotere oltre 228 milioni di euro. Racconta oggi Repubblica che gli smemorati di ambo, terna & Co., hanno dimenticato vincite a Lotto (e 10 Lotto e altri giochi analoghi) per 41,2 milioni di euro, pari allo 0,73% del totale, mentre i vincitori inconsapevoli al Superenalotto hanno lasciato premi per 25,5 milioni (il 2,71% del totale). Ma in valore assoluto è il dato dei Gratta&Vinci a balzare agli occhi: nel 2018 le vincite non reclamate ammontano a 161,6 milioni di euro. Tagliandi che qualcuno ha comprato, ma non ha incassato:
Vincitori che hanno perso il biglietto o fortunati inconsapevoli che non si sono resi conto di avere vinto? Né la fredda contabilità pubblica né i flussi osservati dal concessionario, Lotterie Nazionali (controllata da Lottomatica), hanno una risposta certa. Per i Monopoli si tratta di «un dato fisiologico» e «se si osserva il numero in percentuale sul totale delle vincite è in linea con il Superenalotto», spiega un alto dirigente dell’agenzia. Nel dettaglio 2,43% in media negli ultimi 5 anni rispetto al 2,68% del Superenalotto.
Lottomatica sulla questione non si esprime direttamente, limitandosi a spiegare che «le vincite non reclamate aumentano la quota di utile erariale». La legge prevede infatti che Lotterie Nazionali riceva una quota fissa pari al 3,9% del totale raccolto con la vendita dei biglietti e che destini un altro 8% agli esercenti che vendono i tagliandi. Il resto, tolte le vincite pagate, finisce all’Erario. Quindi meno vincitori vuol dire più soldi per lo Stato.
Il beneficio è solo temporaneo, assicurano però dai Monopoli. Se alla chiusura di una lotteria istantanea la quota di vincite pagate è inferiore al previsto — si spiega — nella successiva sarà possibile offrire un payout, la percentuale di somme giocate da restituire in vincite, leggermente più alta.
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