I 18 milioni che AMA vuole dal Comune di Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-10

Lite tra Campidoglio e vertici della municipalizzata (nominati dai grillini) per un credito non riconosciuto: rischio causa

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L’AMA vuole 18 milioni di euro di crediti dal Comune di Roma e ha richiesto un parere legale che prefigura l’azione giudiziaria nei confronti del Campidoglio. L’incredibile storia di come i vertici della municipalizzata dei rifiuti nominati dai grillini sono arrivati allo scontro con l’assessorato al bilancio è paradossale. Oggi lo racconta Repubblica Roma:

Le sei pagine firmate venerdì dallo studio legale del professor Mario Bussoletti, ordinario di diritto Commerciale a Roma Tre, mettono il Campidoglio in un angolo: il credito che Ama vanta è «certo, liquido ed esigibile» e il suo riconoscimento «non già possibile, bensì doveroso». Di più, secondo l’avvocato-docente è senza ombra di dubbio «azionabile in giudizio». In altre parole, se la municipalizzata dovesse portare in tribunale il Comune, alla fine avrebbe la meglio.

I 18 milioni su cui è nato il tira e molla riguardano gli anni tra il 2008 e il 2016 e negli anni sono stati sempre inseriti nei rendiconti di Ama, senza alcuna contestazione della ragioneria capitolina o dell’assessorato al Bilancio. «Condotta, questa, in cui può ravvisarsi un valore di riconoscimento del debito», chiarisce il documento. Il parere richiesto da Ama, però, va oltre la partita del dare e avere. È la prova dello stallo che si è venuto a creare nelle ultime ore tra controllata e controllante. L’evidenza che testimonia il muro a muro che ora mette a rischio il versamento dei premi ai dipendenti della partecipata per il mese di settembre e sta per condurre allo sciopero del prossimo venerdì.

ama rifiuti roma
Il ciclo dei rifiuti a Roma (Corriere della Sera, 30 gennaio 2017)

Non solo. Il documento piombato in Comune potrebbe causare una discreta rivoluzione in casa Raggi. L’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti tiene il punto, così come il presidente di Ama Lorenzo Bagnacani. «L’approvazione del bilancio in tempi utili dipenderà dall’atteggiamento dell’azienda», spiegano da palazzo Senatorio.

Se le parti non riusciranno a trovare un punto d’incontro — oggi si riunirà il cda di Ama — non è escluso che alla fine possa saltare qualche testa. Compresa quella dei dirigenti capitolini del dipartimento Ambiente, colpevoli di non aver mai contestato ai vertici della municipalizzata quei crediti un tempo eliminabili e oggi non più aggirabili.

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