“Ho paura di non camminare più”: Il racconto di Yelfry Rosado Guzman, il ragazzo colpito al ristorante a Pescara

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-18

Il giovane è ricoverato in ospedale da domenica 10 aprile dove è stato sottoposto ad alcune operazioni chirurgiche

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Parla dal letto dell’ospedale in cui è ricoverato da domenica 10 aprile, dopo che Federico Pecorale lo ha rincorso fin dietro al bancone di quel ristobar di Pescara in cui lavora come cuoco e gli ha sparato cinque colpi di pistola. Tre proiettili hanno colpito il giovane Yelfry Rosado Guzman: uno di striscio alla testa, uno al torace e uno al collo. La convalescenza del 23enne sarà lunga e complicata proprio a causa di quel colpo che gli ha compresso il midollo spinale. E la sua paura più grande è quella di non poter più riuscire a camminare. Tutto per colpa di una follia incontrollata. Tutto per una reazione a una decina di “arrosticini insipidi”.

Yelfry Rosado Guzman, il racconto del cameriere colpito a Pescara

Il giovane ha parlato, dal suo letto all’ospedale “Santo Spirito” di Pescara in cui è ricoverato da più di una settimana, a Il Corriere della Sera. Ha 23 anni, cresciuto in Italia e con la passione per la boxe. Ma ora la sua paura più grande è quella di non poter più tornare alla sua vita:

“Sono vivo per un miracolo, sono vivo grazie a Dio. Ma ho il terrore di non poter più camminare. Quando mi impongo con il pensiero di muovere le gambe avverto dei movimenti impercettibili: sono fiducioso, anche i medici mi hanno rassicurato. Ma so che ci vorrà tempo prima di tornare a una vita normale”.

Al suo fianco la sua fidanzata Alice che non lo ha mai lasciato solo in questi giorni di paura, operazioni delicatissime per decomprimere il midollo spinale. Giorni nella speranza di poter uscire da quel tunnel figlio della follia di Federico Pecorale che lo ha colpito a bruciapelo con quella sua arma per colpa degli arrosticini serviti in quel “Casa Rustì” di piazza della Rinascita, nel centro di Pescara.

Lo stesso Yelfry Rosado Guzman ha raccontato l’origine di quel folle gesto che ha messo a repentaglio la sua vita. Pecorale aveva ricevuto la prima porzione di arrosticini (piatto tipico abruzzese a base di carne) e si era lamentato del poco sapore. Poi altre accuse e insulti a cui il giovane cuoco aveva deciso di non rispondere. Poi la storia che conosciamo: l’uomo lo insegue all’interno del locale ed esplode cinque colpi dalla sua pistola. Tre colpiscono il 23enne che era già a terra. Perché Pecorale (che vive in Svizzera) non si è fermato neanche davanti al corpo inerme e rannicchiato in terra. E ora, dopo aver tentato la fuga (e solo grazie alla collaborazione di un tassista è stato bloccato in autostrada) è rinchiuso nel carcere di Ancona.

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