Beppe Grillo ai grillini: «Non mi rompete più le p….»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-21

Il capo politico ha incontrato infatti Beppe Grillo nella villa a Marina di Bibbona per chiedergli di tornare in campo con spettacoli e post, per risollevare le sorti del Movimento. Ma il Garante lo ha gelato

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Il Messaggero racconta oggi un gustosissimo retroscena che riguarda Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Il racconto parte dal ruolo di Alessandro Di Battista, sempre più ostile all’attuale leadership grillina tanto da essere diventato un leader alternativo:

Pochi giorni fa sembrava a un passo dal prendersi il M5s. Ma qualche critica di troppo a Di Maio, il pressing per andare alle urne e le sciabolate contro i ministri M5s («burocrati chiusi nei ministeri») ne hanno ridotto le quotazioni. «Figura troppo divisiva, in molti ormai lo odiano», è stata la bocciatura dello stato maggiore grillino che guarda al prossimo futuro del M5s.

Ma è pur vero che Dibba raccoglie  ancora i consensi di molti indipendenti che vedono in lui la figura più adatta per la riscossa alle urne. Dal presidente dell’Antimafia Nicola Morra all’ex del Direttorio Carla Ruocco, da Elio Lannutti a Roberta Lombardi alla governista critica Paola Taverna, Dibba sa ancora infiammare gli animi dei ribelli.  Se Di Battista è finito in un cono d’ombra, è tutta colpa dell’amico Luigi.

E poi c’è la rivelazione di Grillo a Di Maio:

L’8 giugno, a pochi giorni della mazzata alle Europee, il capo politico ha incontrato infatti Beppe Grillo nella villa a Marina di Bibbona per chiedergli di tornare in campo con spettacoli e post, per risollevare le sorti del Movimento. Ma il Garante lo ha gelato: «Non mi rompete più le p., non se ne parla», ha risposto. Fuori dal M5s, Beppe non ha però scaricato soltanto Di Maio, ma anche Dibba.

I cui destini restano in mano ai colonnelli di Casaleggio: Casalino, Bugani, Dettori, Buffagni. Pochi ma decisivi, i veri padroni del M5s. Che al momento pensano da pragmatici a conservare il potere il più a lungo possibile,ma guardano con diffidenza al restyling del M5s avviato da Di Maio che rischia di creare una miriade di centri decisionali e di frammentare in piccoli feudi correntizi il M5S. In un quadro del genere, servirebbe un uomo capace di unire. Di inaugurare la pax augustea dopo la guerra tra bande. E Conte sarebbe il profilo ideale.

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