«Faccio saltare il M5S: state sabotando il voto su Rousseau?»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-03

Beppe Grillo si arrabbia per il quesito troppo neutro e le risposte invertite e si attacca al telefono con Di Maio e Casaleggio

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Dopo anni di voti leggermente orientati (eufemismo) e di curiose scelte lessicali e sintattiche nella formulazione di quesiti, ieri Beppe Grillo si è improvvisamente svegliato dal Letargo del Garante per scagliarsi contro i suoi “ragazzi” con un’accusa piuttosto grave: state per caso tentando di sabotare il voto su Rousseau? Racconta oggi il Messaggero in un articolo di Simone Canettieri che nel mirino di Beppe sono finiti il quesito e l’inversione tra No e Sì nella “scheda di voto” che verrà presentata agli attivisti:

«Ragazzi, faccio saltare il Movimento: state sabotando il voto su Rousseau?». Il più inferocito di prima mattina è Beppe Grillo e il suo umore non cambierà, soprattutto quando scopre che una «manina» ha invertito l’ordine delle risposte: prima «no» e poi «sì» al Conte-bis con il Pd. Da domenica notte, d’altronde, il Garante è un fiume in piena. Legge alle 23 il quesito – neutro e quasi respingente per l’iscritto medio della piattaforma – e capisce di quanto «i suoi ragazzi» stiano giocando, ancora, un’altra partita,opposta alla sua. E così partono una serie di telefonate concitate a tutti i big del Movimento: da Luigi Di Maio, a Paola Taverna, passando per Pietro Dettori e Davide Casaleggio, i responsabili tecnico-politici della piattaforma che oggi è chiamata al verdetto.

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E così ieri è arrivato il dietrofront, ma soltanto parziale:

Sono le ore in cui matura un passo indietro per il ruolo di vicepremier. Ma sempre nello stesso video Di Maio apre al voto, ma non si espone. Forte della rassicurazione, almeno questa, di Di Battista che non dovrebbe sabotare oggi la conta con un post per il «no». La resa di Di Maio arriva nel pomeriggio, intorno alle 18. E a poco a poco,anche i fedelissimi, dal capogruppo Ciccio D’Uva alla viceministra all’Economia Laura Castelli escono con l’endorsement: «Voteremo sì». Oggi la conta, destinata a cambiare comunque vada, seppur con diverse gradazioni, la storia del Movimento.

Leggi anche: Perché Di Maio ha rinunciato al ruolo di vicepremier (e potrebbe andare al Viminale)

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