Fact checking
Cosa c'è dietro la lista dei grillini lavoratori che Di Battista ha regalato a Barbara D'Urso
Giovanni Drogo 22/01/2018
In questi cinque anni abbiamo imparato che i parlamentari a 5 Stelle sono onesti ma non trasparenti. A Domenica Live Alessandro Di Battista ne ha dato l’ennesima dimostrazione consegnando una lista con le professioni e i mestieri dei pentastellati, dimenticandosi però di segnalare quali erano i redditi percepiti da molti eletti prima di andare ad aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno
La settimana scorsa il Giornale e Silvio Berlusconi sono andati all’attacco del MoVimento 5 Stelle dicendo che 8 candidati su 10 del partito di Grillo non lavorano. Si tratta chiaramente di una balla, perché non è possibile che Berlusconi o il Giornale fossero a conoscenza delle attività professionali dei diecimila “candidabili” tra i quali il MoVimento ha scelto i candidati per le politiche 2018. Però se andiamo a guardare i redditi e le professioni degli attuali deputati scopriamo che sono in molti che grazie al MoVimento 5 Stelle hanno trovato un lavoro e un reddito di cittadinanza.
Madamina, il catalogo è questo, dei lavori dei pentastellati
Ieri Alessandro Di Battista, ospite a Domenica Live da Barbara D’Urso, è tornato sull’argomento. Una delle “tre verità” che Di Battista ha regalato alla conduttrice di Canale 5 è stata la lista delle professioni e dei mestieri dei deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle. Un tema che sta senza dubbio molto a cuore ai pentastellati visto che venerdì avevano fatto recapitare a Palazzo Grazioli la stessa lista per dimostrare a Berlusconi che tra le fila del MoVimento ci sono fior fiore di professionisti, avvocati, ingegneri e così via. E senza dubbio ce ne sono. Peccato però che in quella stessa lista Luigi Di Maio figuri come “studente”, che non è una professione dal momento che non dà reddito. Come Di Maio altri 11 parlamentari a 5 Stelle esercitano la professione di studente. Curiosamente sul sito della Camera Di Maio si definisce “giornalista pubblicista”.
E senza dubbio di disoccupati nel M5S ce ne sono (ad esempio la senatrice Vilma Moronese), ma per Di Battista “se ci sono cittadini disoccupati è colpa dei partiti”. Perché è sempre colpa dei partiti. Ed è per questo che forse la Moronese fece assumere il compagno come assistente parlamentare. I nodi vengono al pettino però se andiamo a leggere le dichiarazioni dei redditi pubblicate per legge sul sito della Camera. Partiamo proprio da Di Battista, che si è definito giornalista anche se non è iscritto all’albo e non ha il tesserino. Il Dibba prima di entrare in Parlamento dichiarava un reddito annuo pari a 3.176 euro. Di sicuro non era disoccupato ma non aveva certo uno stipendio con il quale potersi mantenere. Nel 2014 Di Battista ha dichiarato un reddito pari a 78mila euro, ovvero ventisei volte superiore a quello precedente. Anche Roberto Fico, che nella lista viene definito “comunicatore” nel 2013 ha presentato una dichiarazione dei redditi da 0 euro mentre nel 2014, dopo l’ingresso in Parlamento ha dichiarato 78mila euro.
I deputati a 5 Stelle che grazie agli italiani hanno un contratto di lavoro e un reddito dignitoso
Come Fico e Di Maio anche la deputata Giulia Sarti, l’onorevole Donatella Agostinelli e l’ex pentastellata Giulia Di Vita hanno dichiarato un reddito pari a zero. Stando al sito della Camera anche l’esperto di microchip e ambientalismo militante Paolo Bernini nel 2013 non ha dichiarato redditi. Oggi oltre a guadagnare una bella cifra si trova nella spiacevole posizione di doversi difendere in una causa intentata da un suo ex assistente che lo accusa di non aver versato stipendio e contributi.
Ci sono poi quelli che un lavoro ce l’avevano ma non percepivano certo un reddito dignitoso. La deputata Federica Daga, che sul sito della Camera scrive di essere un’impiegata – quindi non figura tra i disoccupati – nel 2013 aveva invece dichiarato un reddito pari a 6.512 euro. Il doppio di Di Battista ma senza dubbio non un reddito sufficiente per campare. Anche il senatore Alberto Airola, che di lavoro fa l’operatore di ripresa telecinematografica, nel 2013 aveva dichiarato un reddito da fame: appena 6.525 euro di imponibile. Di Battista ha ribadito che nel M5S ci sono molti liberi professionisti: uno di questi è Alessio Mattia Villarosa, imprenditore nel commercio che nel 2013 aveva dichiarato un reddito imponibile pari a 3.463 euro. Un’altra invece è l’architetto Paola Nugnes, che da architetto libero professionista nel 2013 dichiarava un reddito lordo di poco più di 9mila euro e che nel 2016 ne ha dichiarati poco meno di 100mila (99.854). Tra coloro che facevano un lavoro dipendente invece se la cava meglio Arianna Spessotto, che quando è arrivata in Parlamento guadagnava poco più di diecimila euro e che stando all’ultima dichiarazione ne ha guadagnati 98mila. Il senatore Carlo Martelli, docente universitario (a contratto) di matematica, è passato invece da un reddito pari a 2.842 euro del 2013 a poco più di 100mila. Tutto questo però Alessandro Di Battista, così ansioso di raccontare la verità in modo trasparente non l’ha detto. Strano no?