Greta (non) di Bibbiano «non è mai stata restituita alla madre»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-20

La bambina è fuggita al termine di un incontro protetto con la madre Sara, brindisina di 36 anni. Inutile il tentativo dei carabinieri di convincerla a rientrare nella comunità

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Matteo Salvini a Pontida aveva fatto salire Greta e la madre Sara sul palco della kermesse leghista cercando di far credere che la loro storia c’entrasse qualcosa con Bibbiano e parlando di «bambina strappata alla famiglia e finalmente ritornata a casa». Quello che già sapevamo è che la prima allusione a Bibbiano era una fregnaccia. Quello che scopriamo stamattina grazie a un articolo di Giampaolo Visetti su Repubblica è che la bambina non doveva stare sul palco di Pontida perché in realtà non è stata mai restituita alla madre.

Non solo la lombarda Greta è totalmente estranea all’inchiesta emiliana «Angeli e Demoni». La procura presso il tribunale dei minori di Milano non l’ha affatto «restituita alla madre per sottrarla agli abusi dei servizi sociali». In realtà la bambina di Lomazzo, che ha 11 anni, il 3 settembre è fuggita al termine di un incontro protetto con la madre Sara, brindisina di 36 anni. Dal parco Lura, dove aveva fatto un pic-nic alla presenza dell’assistente sociale, si è rifugiata nell’abitazione della mamma e del suo nuovo compagno.

Inutile il tentativo dei carabinieri di convincerla a rientrare nella comunità «Il Marsupio» di Varese, dove l’Azienda Sociale Comuni Insieme l’ha collocata in affido temporaneo. Per i giudici minorili però nulla è cambiato: Greta rimane temporaneamente affidata al presidente dell’Asci di Lomazzo, Gianpaolo Folcio, e domiciliata nella comunità in cui era stata trasferita dopo il suo rifiuto di restare nella Casa dei Tigli di Brunate, gestita dalle suore.

greta sara de ceglia

Da 17 giorni madre e figlia violano dunque la sentenza di secondo grado del tribunale milanese, emessa anche per tutelare i diritti del padre, netturbino in un paese del Varesotto, irreperibile da inizio settimana. Lo spiega Giampaolo Folcio, presidente dell’Arci di Lomazzo:

«Il 3 settembre — dice Gianpaolo Folcio — ho informato il tribunale della fuga di Greta dalla comunità. L’affidamento è temporaneo e io non ho poteri coercitivi per far rispettare le sentenze. La bambina si è allontanata spontaneamente per tornare a casa con la madre, non posso mandare i carabinieri a prenderla. Tocca ai giudici intervenire in via provvisoria. Due sentenze confermano l’opportunità di un affido famigliare esterno, che a noi costa 40 mila euro pubblici all’anno. Ci preme solo che la bambina cresca in un ambiente umano, non abbiamo alcun interesse a privarla della famiglia naturale, se non è necessario».

Inspiegabili così i 17 giorni di stallo, con Greta che viene fatta passare da un raduno a un altro dalla madre, in violazione dei dispositivi delle sentenze. «Chi risponde — domanda Giulio Tredici, avvocato del padre — se le succede qualcosa? È strano lasciar trascorrere tanto tempo senza intervenire. Il papà ad esempio, dopo la fuga, non può più vederla. Una bambina per i giudici dovrebbe restare protetta in comunità e invece è a casa con la madre da cui è stata allontanata per gravi problemi: e può essere tranquillamente offerta ai politici per i loro comizi, in cui si cerca di demolire un sistema giudiziario e di assistenza che salva migliaia di minori da sofferenze che fanno vergognare».

La conclusione della storia è quindi che la bambina non è di Bibbiano, non è stata restituita dopo gli abusi degli assistenti sociale e non doveva essere lì per ordine di un tribunale. La figuraccia di Salvini rischia di entrare nei dizionari. La parte divertente è che i suoi piccolifàns non se ne renderanno conto. E i servetti che stanno con lui per rimediare qualcosa oggi perderanno tutti la password di Facebook.

Leggi anche: Cosa dice il tribunale su Sara, la mamma di Greta (non di Bibbiano)

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