Economia
Gli otto milioni e mezzo di controlli dell’Agenzia delle Entrate dal primo giugno
neXtQuotidiano 23/04/2020
Se non arrivano ulteriori proroghe, dal prossimo primo giugno ripartiranno tutti i controlli ordinari fiscali per il 2020 e anche l’attività di comunicazione per 8,5 milioni di atti nei confronti dei contribuenti
Se non arrivano ulteriori proroghe, dal prossimo primo giugno ripartiranno tutti i controlli ordinari fiscali per il 2020 e anche l’attività di comunicazione per 8,5 milioni di atti nei confronti dei contribuenti. Lo ha spiegato ieri il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini in videoconferenza davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera.
Gli otto milioni e mezzo di controlli dell’Agenzia delle Entrata dal primo giugno
Il decreto Cura Italia varato per fronteggiare l’emergenza Coronavirus ha previsto infatti la sospensione fino al 31 maggio 2020 dei «termini relativi alle attività di liquidazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e di contenzioso», disponendo una proroga biennale dei termini in scadenza al 31 dicembre 2020. Ma il parlamento l’ha cancellata perché era stata interpretata come una possibilità di allungare i tempi dei controlli. L’Agenzia, chiarisce Ruffini, “è perfettamente in grado” di passare alle notifiche entro le scadenze. Questo senza contare che per l’anno ci sono altri 17 milioni di atti in capo alla Riscossione, di una fetta non trascurabile composta da cartelle. Insomma una valanga di avvisi da recapitare a partire dall’estate.
Intanto i crediti cumulati, in circa venti anni, sono lievitati a 954 miliardi di euro. Circa il 45% dei contribuenti ha debiti sotto i mille euro che però non arrivano a coprire nemmeno il 2% del ‘magazzino’ totale. Oltre il 65% dell’ammontare è invece imputabile a quell’1,3% che deve debiti superiori a 500 mila euro. Il problema è che a causa del tempo passato, c’è chi è fallito, chi semplicemente non c’è più. Con il risultato che il 40% della cifra complessiva ormai è “difficilmente esigibile”. Quindi, ha spiegato Ruffini, si renderà innanzitutto necessario avviare al processo di notifica le cartelle di pagamento relative ai ruoli consegnati dagli enti creditori nei mesi di febbraio e marzo 2020, circa 3 milioni. Analogamente andrà ripreso l’invio, attualmente sospeso fino al 31 maggio, degli altri atti di riscossione, ovvero quelli necessari all’interruzione dei termini di prescrizione, circa 1,6 milioni di avvisi di intimazione, e quelli propriamente riferiti alle azioni di recupero, esecutive o cautelari, circa 875 mila atti. A questi volumi si aggiungeranno le cartelle di pagamento relative ai ruoli che gli Enti impositori consegneranno nel corso dei mesi di aprile e maggio, circa 2 milioni, e quelle dei mesi successivi.
Per i 954 miliardi la platea coinvolta è di circa 17,4 milioni di contribuenti ed è riferito: per l’83,4% a crediti di natura erariale affidati alla riscossione da Agenzia delle Entrate, delle Dogane, del Demanio o da altri Enti statali (ministeri, prefetture, ecc.); per il 13,1% a crediti di natura contributiva o previdenziale affidati dall’Inps e Inail; per l’1,9% a crediti affidati dai Comuni; per il restante 1,6% da crediti affidati da Regioni, Casse di previdenza, Camere di commercio, Ordini professionali. La definizione agevolata e il saldo e stralcio sotto i mille euro, introdotti nell’ultimo triennio, “non hanno significativamente intaccato il volume complessivo dei crediti da riscuotere”, ha detto Ruffini.