Gli investimenti pubblici in Germania e i benefici per l’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-21

Berlino dovrebbe spendere 16,7 miliardi all’anno per almeno quattro anni. Lo studio del FMI sugli effetti per l’economia europea

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La recessione tedesca potrebbe portare a una ripresa degli investimenti pubblici in Germania e dai provvedimenti della GroKo potrebbe beneficiare l’intera Europa.  È questo infatti il risultato di un’analisi (Das Public Kapital: How Much Would Higher German Public Investment Help Germany and the Euro Area?) realizzata nel 2014 da Selim Elekdag e Dirk Muir per il Fondo monetario internazionale e citata dal Sole 24 Ore. In genere, questo tipo di lavori – un working paper – non esprime la visione ufficiale dell’Fmi, ma lo stesso Fondo ha poi utilizzato i risultati della ricerca più volte nei suoi rapporti ufficiali, l’ultima volta nel 2018. Possono essere considerati quindi semiufficiali e, soprattutto, ancora validi.

Lo studio parte dell’ipotesi di aumentare gli investimenti pubblici dello 0,5% del pil per un periodo di quattro anni (16,7 miliardi l’anno se calcolato sul pil nominale 2018). Secondo gli autori questo sforzo può essere reso compatibile con le regole fiscali tedesche (introdotte nel 2009 ed entrate pienamente in vigore nel 2016).

Ipotizzando che la politica monetaria resti espansiva – e i suoi effetti non si contrappongano quindi allo stimolo fiscale – e che le famiglie non modifichino le loro abitudini di risparmio in reazione allo sforzo fiscale (tecnicamente: non sono ricardiane), l’analisi giunge a risultati interessanti: il pil aumenterebbe nel breve periodo per i maggiori consumi pubblici (in una prima fase anche gli investimenti pubblici sono mere spese), ma poi grazie all’aumento della produttività farebbero salire il pil in modo durevole di 0,75 punti percentuali, malgrado il crowding out degli investimenti privati (che verrebbero parzialmente spiazzati da quelli pubblici). L’effetto sarebbe maggiore, inoltre, se queste spese fossero finanziate con maggior debito (e all’epoca i rendimenti tedeschi non erano ancora negativi).

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Gli investimenti pubblici in Europa, Germania e Italia (Il Sole 24 Ore, 21 agosto 2019)

I forti legami con tutta Eurolandia – grazie alla moneta unica e alla catena del valore – creerebbero vantaggi anche per altri Paesi. In particolare il pil aggregato di Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna – i paesi “sotto stress” – potrebbe crescere, sempre «in modo durevole» di 0,33 punti percentuali; e «la forza dei legami commerciali con la Germania» implicherebbero per esempio, scrivono Elekdag e Muir«effetti positivi maggiori per l’Italia».

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