Gli effetti del no di Conte all’aumento delle spese militari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-25

Le parole del leader del MoVimento 5 Stelle hanno scosso la maggioranza, mettendo a rischio non solo la tenuta del governo ma anche i rapporti tra pentastellati e Partito Democratico

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Il governo rischia di cadere per l’eventuale veto al voto parlamentare sull’aumento delle spese militari? Secondo quanto dichiarato giovedì, nella sua intervista al quotidiano La Stampa, da Giuseppe Conte la risposta è “sì”. Perché il leader del MoVimento 5 Stelle è disposto a indirizzare il suo partito verso il non appoggio al mantenimento di quell’impegno preso nel 2014 e confermato anche durante il suo governo. Ma questa posizione ha spezzato, ancora una volta, la già scarsa solidità interna dei pentastellati. E a rischio c’è anche quella perenne trattativa con il Partito Democratico.

Aumento spese militari, gli effetti del no di Conte su Pd e M5S

Come riporta il quotidiano La Repubblica, all’interno dell’universo pentastellato c’è molto malumore dopo le parole di Conte sull’aumento spese militari. In molti, infatti, sottolineano che la minaccia di una “crisi” di governo mentre è in corso una guerra e l’Italia sta affrontando una ripresa post-pandemica (anche sei i contagi continuano a rimanere alti, pur con un minore tassi di ricoveri) rallentata proprio dal conflitto.

Nelle chat scatta subito l’allarme: ‘Come si fa, in mezzo a una guerra, a minacciare la crisi di governo?’, annota un deputato. Il tema agita l’assemblea dei senatori. ‘Questa posizione è un errore, crea un problema ai patti atlantici siglati, all’alleanza con il Pd e mette a rischio il governo’, interviene Primo Di Nicola. L’uscita, segnala un altro parlamentare, crea imbarazzi al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, volato a Bruxelles con Draghi per i vertici Nato e G7. Proprio al titolare della Farnesina si aggrappa ora il pezzo di Pd che tifa giallorosso.

Perché in ballo c’è il governo, ma anche i rapporti con il Partito Democratico. E la figura di riferimento, in questa direzione, sembra essere proprio quella del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che da tempo è molto distante della idee di Giuseppe Conte che, invece, ottiene i plausi continui – anche per le posizioni sull’aumento delle spese militari – da parte dell’ex parlamentare e attivista Alessandro Di Battista.

Ovviamente, però, ci sono anche personalità interne al MoVimento 5 Stelle che appoggiano l’ex Presidente del Consiglio. Come accade nel caso di Gianluca Ferrara, vice-capogruppo del M5S a Palazzo Madama. Lui ha detto che, allo stato attuale delle cose, voterebbe no all’aumento delle spese militari, anche se il governo dovesse porre la questione di fiducia sul tema.

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