Gli arresti per Piazza San Carlo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-13

Otto persone arrestate. Si tratterebbe di un gruppo che avrebbe tentato di mettere a segno delle rapine spruzzando spray urticante

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Operazione della questura e della procura di Torino contro le persone sospettate di avere scatenato il panico in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League. Si tratta di otto persone per le quali si sta procedendo all’arresto. Secondo quanto si apprende, sarebbe un gruppo che avrebbe tentato di mettere a segno delle rapine spruzzando dello spray urticante. A coordinare le indagini sono il procuratore Armando Spataro e i pm AntonioRinaudo e Vincenzo Pacileo.

Gli arresti per Piazza San Carlo

Gli arresti fanno parte del secondo filone d’inchiesta sulla tragica notte del 3 giugno 2017, quello volto a capire che cosa abbia scatenato il panico tra i tifosi provocando la calca nella quale 1526 persone rimasero ferite e una, l’ossolana Erika Pioletti, morì dopo quindici giorni per le conseguenze di un arresto cardiaco. Per il primo filone, quello che riguarda le procedure di sicurezza del Comune, è stato recapitato ieri un provvedimento di chiusura indagini, che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, a una quindicina di persone tra cui la sindaca Chiara Appendino e il suo ex braccio destro Paolo Giordana.

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Cosa è successo a piazza San Carlo (Corriere della Sera, 5 giugno 2017)

Una delle ipotesi su cui lavorava la Procura torinese era proprio quella di una banda di giovani rapinatori specializzati nell’agire durante eventi affollati, dalla movida dei Murazzi ai concerti. A far pensare all’esistenza di una organizzazione era il ripetersi di un copione sempre uguale: colpi rapidi, da pochi minuti, e poi lo spray al peperoncino per confondere i presenti e dileguarsi tra la folla. Ad avvalorare l’ipotesi c’era anche il racconto di molti dei presenti che hanno segnalato sostanze chimiche maleodoranti nell’aria. Per questo a gennaio la Procura aveva affidato ad alcuni specialisti di chimica forense la ricerca di eventuali residui di spray urticante sui materiali e gli oggetti recuperati in piazza subito dopo il fuggi fuggi generale.

La banda dello spray urticante?

Secondo Repubblica la procura aveva fatto nei mesi scorsi accertamenti su una borsa di pelle, un paio di pantaloni, una maglietta e un cappellino. Il tutto alla ricerca di tracce della sostanza irritante che avrebbe scatenato il panico in piazza e le due “onde” umane che hanno trascinato a terra migliaia di spettatori.  In un primo momento era stato identificato un ragazzo con uno zainetto, a petto nudo, poi risultato totalmente estraneo ai fatti.

Lo spray urticante è l’elemento ricorrente in diversi analoghi episodi. I precedenti sono tutti nelle mani degli investigatori. Un episodio al concerto di Elisa, per l’inaugurazione delle ex Officine grandi riparazioni: lo scorso ottobre un ladro, dopo aver rubato alcune borsette, aveva sfruttato il caos per scappare.

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A marzo, in occasione del “Reload music festival”, al Lingotto, una banda aveva utilizzato una fialetta irritante per confondere il pubblico e poter razziare così in tutta tranquillità zainetti, giacche e cellulari. Altri episodi simili erano avvenuti tra la movida dei Murazzi.

Il gruppo è stato individuato grazie alle intercettazioni telefoniche nel corso di un’altra indagine: stavano parlando di una collanina, rubata in piazza, del valore di diverse centinaia di euro.

Di cosa è accusata la sindaca

Nell’accusa i pm sosterranno che gli indagati, violando l’obbligo di controllo, avrebbero cooperato a causare il disastro di piazza San Carlo pur senza volerlo. A essere chiamati in causa saranno, quindi, i vertici istituzionali, dirigenti e funzionari che si sono occupati dell’organizzazione dell’evento, delle misure di sicurezza presenti in piazza e della gestione dell’emergenza, con particolare riferimento all’ordine pubblico. Un’accusa che, se provata, una volta conclusi tutti i gradi di giudizio di un eventuale processo, comporterebbe un aggravamento delle pene fino anche a dodici anni di carcere nei casi più gravi, condanna massima prevista per il reato di omicidio colposo, oltre alla possibile interdizione dai pubblici uffici per gli amministratori coinvolti in quel disastro.

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La catena di comando di piazza San Carlo (La Repubblica Torino, 7 giugno 2017)

I magistrati devono individuare i responsabili dei vari aspetti della manifestazione e a chi toccavano i vari compiti nella gestione della piazza. Non basta aver firmato un documento con cui si delega a qualcuno un incarico: è necessario che la legge riconosca quella procedura, trasferendo la responsabilità da una persona all’altra.

Leggi sull’argomento: Chiara Appendino verso la richiesta di rinvio a giudizio per Piazza San Carlo

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