Economia
Gli antibiotici nel latte
neXtQuotidiano 23/01/2020
Il test del Salvagente: tracce di farmaci in 12 prodotti su 21 analizzati. Colpa dello sfruttamento intensivo delle mucche che s’ammalano

Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano riporta oggi l’anticipazione di un test del Salvagente sugli antibiotici nel latte: si tratta dei risultati dello studio effettuato dalle Università Federico II di Napoli e di Valencia su 56 campioni di latte, integrate dal test condotto dallo stesso mensile su 21 latti comunemente venduti in Italia da Parmalat a Granarolo, da Mila a quelli a marca dei supermercati o dei discount:
“È grazie a un nuovo metodo di analisi in grado di quantificare contenuti che ai test ufficiali sarebbero passati inosservati, che –spiega il direttore del Salvagente Riccardo Quintili – abbiamo rilevato la presenza di tre farmaci in 12 campioni su 21: un antibiotico, l’amoxicillina, un cortisonico, il dexamethasone e un antinfiammatorio, il meloxicam. Solo nel latte fresco Lidl – aggiunge – è stata evidenziata contemporaneamente la presenza di tutti e tre i farmaci”.
Poi, in quattro latti (Ricca fonte, Esselunga fresco, Carrefour fresco e Parmalat Zymil fresco), sono state rilevate tracce di due farmaci e negli altri cinque campioni c’è solo un farmaco. “Anche se i livelli degli antibiotici riscontrati nel latte sono molto bassi, questo non significa che si possa escludere un rischio per il macrobiota, l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro apparato digerente e che svolgono funzioni benefiche”, spiega Ivan Gentile, professore di malattie infettive presso la Federico II.
I farmaci trovati sono quelli utilizzati in massa negli allevamenti intensivi per guarire la mastite, vale a dire l’infezione alla mammella che colpisce le mucche da latte. Sottoposte a un forte stress produttivo, diventano più sensibili alle infezioni. E spesso si finisce per somministrare un antibiotico anche quandola mastite non ha ancora dato segni evidenti. Questo, però, espone sia gli animali sia chi beve il loro latte a un rischio che si sottovaluta: la resistenza antibiotica. In poche parole, il corpo non reagisce più ai farmaci, dal momento che i ceppi dei batteri si sono trasformati in organismi resistenti. Il decorso risulta così più lungo, aumenta il rischio di complicanze fino ad arrivare a esiti invalidanti e morte.
Leggi anche: IMU della Chiesa non incassata: il Campidoglio sotto inchiesta