Giuseppe Brindisi: il conduttore di ZonaBianca dice che non si è piegato durante l’intervista a Lavrov

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-03

Il giornalista si difende dalle accuse e dice di aver contraddetto più volte il Ministro degli Esteri russo

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Il giorno dopo le polemiche, Giuseppe Brindisi ha rotto il silenzio. Il polverone che si è sollevato sull’intervista al Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e mandata in onda domenica sera su Rete 4 ha coinvolto anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi che non ha solamente etichettato come “oscene e aberranti” le dichiarazioni su Hitler “di origini ebree”, ma ha anche criticato aspramente le modalità con cui è stata condotta quell’intervista che agli occhi dei più è apparsa come un comizio privo di contraddittorio.

Giuseppe Brindisi difende la sua “intervista” a Sergej Lavrov

Il conduttore di Zona Bianca, ha raccontato la sua versione dei fatti in un’intervista rilasciata a Il Giornale nella quale respinge tutte le accuse, in particolare quella di “essersi piegato” alle parole di Lavrov senza contestargli alcune folli dichiarazioni (e non solamente quelle sul parallelo tra Zelensky e Hitler).

“Più volte l’ho interrotto. Per esempio sulla questione del proposito russo di ‘denazificare’ l’Ucraina e sulle prove dei crimini commessi a Bucha. Lui ha anche perso la pazienza. Ma se io ho davanti il ministro degli Esteri russo, colui che ha in mano le chiavi di questa guerra, il mio compito è sentire il suo punto di vista, che è quello di Putin e di parte del popolo russo, anche per comprendere meglio il loro modo di ragionare. Il mio pensiero o la mia battaglia personale non contano”.

Questa, dunque, la posizione del conduttore di Rete4. Brindisi ha anche parlato di quell’assurda dichiarazione – basata su falsi storici mai confermati – su Adolf Hitler e delle sue origini, con un paragone utilizzato per attaccare Volodymyr Zelensky. E, anche in questo caso, il giornalista dice di non “essersi piegato”.

“È venuto fuori quello che Lavrov pensa sugli ebrei nella sua durezza e illogicità. Non spetta a me giudicare, ma far emergere le cose”.

Infine, a molti non è piaciuta la frase finale dell’intervista andata in onda domenica sera, con quel “buon lavoro” in chiusura di collegamento. Giuseppe Brindisi sostiene che sia un classico del suo galateo salutare in quel modo qualunque suo ordine (ha fatto lo stesso anche con il conduttore russo Dmitry Konstantinovich Kiselyov, intervenuto poco dopo in collegamento), sostenendo che quel saluto sia stato accompagnato dalla frase “nel tentativo di arrivare alla pace”. In realtà, la frase di commiato è stata: “Le auguro buon lavoro e spero che la pace arrivi presto, credo che sia l’auspicio che si fa tutto il mondo”.

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