Come è finita la storia dell’onorevole M5S Giulia Sarti che accusava il fidanzato di aver rubato i fondi del microcredito

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-26

Sarti ha accusato il suo ex, lui si è difeso, il pubblico ministero ha creduto a quest’ultimo, la Sarti aveva promesso chiarimenti o dimissioni e non è arrivata né l’una né l’altra cosa. E c’è un dettaglio che ancora non è chiaro: ma alla fine quei ventimila euro dove sono finiti?

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Vi ricordate della vicenda di Giulia Sarti e Bogdan Andrea Tibusche? Era scoppiata durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018, perché la grillina era stata accusata di non aver effettuato bonifici per il fondo del microcredito, come si erano impegnati a fare i parlamentari M5S, per 19399 euro. All’epoca lei sostenne che fosse tutta colpa dell’ex, fidanzato e collaboratore, Bogdan Andrea Tibusche alias Andrea De Girolamo (come si faceva chiamare su Facebook). Per questo l’aveva denunciato in procura a Rimini e poi si era autosospesa, chiudendosi nel silenzio fino a qualche tempo fa, quando in un lungo post su Facebook si è scusata, proclamandosi innocente. «O la questione verrà risolta prima dell’eventuale proclamazione, oppure rassegnerò immediatamente le dimissioni».

giulia sarti bogdan andrea tibusche

La dichiarazione risale al 17 febbraio 2018. Nel frattempo la questione non è stata risolta prima della proclamazione, ma la Sarti è attualmente onorevole e presidente della Commissione Giustizia della Camera. In compenso però la storia che riguarda i rimborsi di Giulia Sarti e il ruolo di Bogdan Andrea Tibusche si avvia a grandi passi verso la conclusione.

Ieri infatti il pubblico ministero ha fatto un passo decisivo nei confronti dell’accusa di appropriazione indebita: ha chiesto l’archiviazione. E c’è di più. Perché la Sarti, parte in causa, non si è opposta all’archiviazione richiesta dal PM sulla quale ora sarà un giudice a decidere. Bogdan aveva ribattuto punto su punto sugli addebiti mossi contro di lui dalla parlamentare pentastellata consegnando anche una serie di documenti, tra cui messaggi e chat, in cui appariva evidente come la Sarti fosse al corrente dei movimenti bancari e dei mancati versamenti. In un frammento di conversazione, inoltre, la stessa parlamentare annunciava al suo ex di essere costretta a denunciarlo, pare su pressione dei capi del Movimento 5 Stelle, proprio per salvare la sua carriera politica.

La fine della storia quindi è questa: Sarti ha accusato il suo ex, lui si è difeso, il pubblico ministero ha creduto a quest’ultimo, la Sarti aveva promesso chiarimenti o dimissioni e non è arrivata né l’una né l’altra cosa. E c’è un dettaglio che ancora non è chiaro: ma alla fine quei ventimila euro dove sono finiti?

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EDIT ORE 17,35: Un lancio dell’agenzia di stampa DIRE:

 

“E’ di oltre un mese fa la decisione della Procura di Rimini di chiedere l’archiviazione della denuncia della mia assistita Giulia Sarti nei confronti dell’ex fidanzato Andrea Tibusche Bogdan. Questi, come e’ stato accertato, gestiva in piena autonomia il conto bancario della deputata e decise da se’ di non inviare alcuni bonifici al fondo per il microcredito. La Procura ha ritenuto che non fossero condotte per le quali esercitare l’azione penale. Attendiamo con serenita’ e fiducia le determinazioni del gip”. Cosi’ l’avvocato della deputata M5s Giulia Sarti, Fabio Repici, in una nota diramata a seguito degli articoli sulla vicenda emersi sulla stampa locale. Il legale ha aggiunto: “Il pm ha ritenuto di accontentarsi delle giustificazioni abborracciate dalla persona sottoposta a indagini, concludendo che non c’e’ prova della colpevolezza dell’indagato -cosi’ anticipando alle indagini una valutazione che il codice di procedura penale riserva al dibattimento- perche’ la denunciante, se avesse voluto, avrebbe potuto controllare le operazioni sul suo conto corrente sicuramente fatte, anche secondo il pm, dall’indagato”. Ma, sara’ il gip a valutare “se questa prospettazione possa essere condivisibile”. Intanto, specifica Repici, “di certo risulta pure dagli accertamenti espletati dalla Procura che ciascuna delle affermazioni fatte da Giulia Sarti corrisponde al vero, mentre le giustificazioni dell’indagato, anche in relazione a ulteriori ammanchi di denaro, scoperti dalla mia assistita solo in esito alle indagini, sono state fondate sulle sue sole parole”, sottolinea Repici.

La mancata opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti dell’ex fidanzato Andrea Tibusche Bogdan, avvenuta “su mio consiglio, trova spiegazione nella volonta’ di rimettersi alle valutazioni che fara’ il giudice su tutte le prove documentali che abbiamo consegnato all’autorita’ giudiziaria, evitando al contempo di mostrare animosita’ nei confronti di una persona alla quale Giulia Sarti e’ stata legata sentimentalmente per anni”. Insomma, il caso non e’ ancora chiuso. “E, infatti, la circostanza che lascia piu’ amarezza personale” a Sarti “consiste nella tesi, convalidata o comunque non smentita dal pm, che l’indagato fosse un collaboratore di Sarti, anziche’ il suo fidanzato convivente. Anche sulla verosimiglianza di cio’ sara’ il gip a esprimersi”, conclude Repici

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