Giovanni Princi e Valerio R.: i tabulati e gli accordi per la droga nell’omicidio di Luca Sacchi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-04

Princi ha precedenti per droga e secondo i sospetti degli inquirenti avrebbe ricoperto il ruolo di “ponte” tra i due gruppi per l’acquisto di una partita di marijuana. I soldi nello zaino di Anastasia Kylemnyk dovevano servire a pagare la droga. Ma lui nega tutto

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I contatti tra Giovanni Princi e Valerio R. potrebbero portare a una svolta nella storia dell’omicidio di Luca Sacchi. Amico della vittima, Princi ha precedenti per droga e secondo i sospetti degli inquirenti avrebbe ricoperto il ruolo di “ponte” tra i due gruppi per l’acquisto di una partita di marijuana. I soldi nello zaino di Anastasia Kylemnyk dovevano servire a pagare la droga.

Giovanni Princi e Valerio R.: i tabulati e gli accordi per la droga nell’omicidio di Luca Sacchi

Il Messaggero scrive oggi che i primi risultati sul fitto elenco dei tabulati telefonici e dei cinque apparecchi nelle mani degli inquirenti dovrebbero arrivare oggi per poter iniziare a delineare la rete di contatti e di rapporti che si celano dietro la compravendita di droga – mai portata a termine – la sera del 23 ottobre scorso, in via Latina, sfociata poi nella rapina e nell’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso dal colpo di un revolver calibro 38. E da quegli elenchi, che planeranno poi sul tavolo del pubblico ministero Nadia Plastina, dovrebbero emergere quasi certamente i contatti tra due figure che ricoprono – stando alle sommarie informazioni finora raccolte – il ruolo di “ponte” tra i due gruppi (quello di Sacchi e della fidanzata Anastasia e quello di Valerio Del Grosso e del suo complice, Paolo Pirino) e il ruolo di intermediario per conto del pasticcere di Casal Monastero. Si tratta di Giovanni Princi e Valerio R.. Due figure che all’indomani dell’omicidio di Sacchi parevano non aver mai avuto contatti se non la sera stessa della tragedia.

Da quanto ricostruito dagli inquirenti, invece, e dalle deposizioni rese, Princi – con precedenti per droga e amico del personal trainer ucciso –, conosceva anche Rispoli da alcuni anni. I due si erano persi di vista e poi, così com’è successo tra Princi e Sacchi, si sarebbero rincontrati. Sembrerebbe che sia stato Princi a cercare Rispoli – non solo telefonicamente – ma recandosi anche a Casal Monastero per rintracciare un po’ di erba da acquistare. È lo stesso Rispoli a raccontarlo agli amici.

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La nuova ricostruzione dell’omicidio di Luca Sacchi (Corriere della Sera, Roma 30 ottobre 2019)

Ora, a fronte di quello che diranno i tabulati e i loro cellulari– nelle mani degli inquirenti già dalla notte del 24 ottobre quando sono stati arrestati Del Grosso e Pirino – i due dovranno puntualizzare e spiegare i loro trascorsi. Perché è ragionevole credere che proprio da questo contatto sia nato il tutto. Rispoli, una volta raccolta la richiesta di Princi, avrebbe parlato con Del Grosso dell’affare che poteva profilarsi: soldi buoni e certi in cambio di un po’ di marijuana per dei ragazzi dell’Appio Latino da reperire in ambienti dove lo spaccio non mostra alcuna timidezza ma divora, al contrario, angoli di borgata e vite umane.

Secondo l’ipotesi investigativa la trattativa sarebbe partita alcuni giorni prima della sera del 23 ottobre quando i due gruppi concordano l’appuntamento per lo scambio. Del Grosso avrebbe preso accordi con Paolo Pirino inviando sul posto, in via Latina,i suoi due intermediari che conosce da anni perché ci è cresciuto insieme frequentando anche le stesse scuole. R. quella sera si porta dietro Simone P. – anch’esso amico di lunga data del pasticcere di Casal Monastero – con il compito preciso di vedere se questi ragazzi avevano davvero il denaro per pagare la droga.

La deposizione di Princi dopo l’omicidio di Luca Sacchi

Giovanni Princi ha però sempre negato di aver preso parte alla trattativa. Lo ha fatto all’indomani dell’omicidio, ha ricostruito alcuni frammenti di quella serata come se fosse uno spettatore: «Una Smart bianca con il tettuccio nero si è accostata, erano in due: uno alto, magro, vestito interamente di nero e l’altro un po’ più basso, tarchiato con una tuta bianca con delle scritte». Non li avrebbe riconosciuti: «Non avevano il volto coperto né da fasce né da cappelli, ma era buio».

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Paolo Pirino, uno dei due fermati per l’omicidio di Luca Sacchi

Poi c’è la versione di Anastasia Kylemnyk. La ragazza ha sostenuto di aver ricevuto un colpo di mazza e di essere poi svenuta. Al pronto soccorso, però, non è mai stata refertata alcuna lesione. C’è poi la questione zainetto: portato via da Del Grosso e Pirino. Un elemento centrale in tutto l’affaire. Lei ha sempre detto che conteneva una bottiglietta d’acqua, un portafogli con pochi euro e una trousse per i trucchi. Lo zaino, invece, avrebbe dovuto custodire i soldi per pagare la droga: mazzette da 20 e 50 euro, forse per un totale di 2mila euro.

Leggi anche: Anastasia Kylemnyk, lo zaino, gli sms e il mistero dei 20mila euro

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