Politica

I giovani alpini contro Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-12

Gli applausi e le foto con il cappello, ma anche qualche vaffa per il ministro dell’Interno a Milano

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Ieri è andata in scena la festa degli alpini a Parco Sempione in quel di Milano, e naturalmente Matteo Salvini non poteva mancare. Il Capitone si è preso molti applausi tra i vecchi, ma anche, racconta oggi Repubblica, una contestazione dai giovani:

Non è invece salito sulla blindo armata Centauro, chissà perché, ha però rilanciato l’idea (dell’Ana) di un servizio civile o militare per i giovani, «nei pronto soccorso, pronto intervento, protezione civile, sarebbe utile per tanti ragazzi e ragazze. Perché sarebbe un peccato che si andasse a spegnere questa splendida esperienza», spiegando che «servirebbe a molti ragazzi e a molte ragazze per imparare rispetto, sacrificio, disciplina, onore, sudore e fatica. Quindi, ci riproveremo.

C’è già un progetto di legge della Lega depositato da tempo». Qui è arrivata una delle contestazioni, da parte di due ragazzi, lei – una studentessa della Cattolica – ha urlato «vergogna! Il servizio militare obbligatorio non lo vogliamo», ed è stata fermata e identificata dalla polizia, ma avuto ancora il tempo di dire che Salvini «non è una popstar, e ci governa anche male». «Via il cappello! Toglilo subito», da un gruppetto di alpini bresciani giovani arrivano altre urla al passaggio del ministro, «è tutta una pagliacciata, approfitta della nostra manifestazione», protesta Fabio, assieme agli ex commilitoni Virgilio e Ugo, di Palazzolo sull’Oglio.

La contestazione è andata avanti anche in Piemonte:

«È una gran pagliacciata, viene qui perché siamo in tanti, per avere visibilità, mette su un cappello che ha una storia che non conosce nemmeno, quanti alpini sono morti con questo cappello in testa, ministro, lo sa?». «E non è neanche il ministro della Difesa, cosa ci fa qua?». In più, ha fatto il militare in fanteria. E contestazioni più dure il ministro le raccoglie in serata ad Albenga, provincia di Savona, dove viene accolto da un centinaio di persone che in coro gli danno del “fascista”.

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