Gian Marco Centinaio: il ministro che vuole il ritorno del governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-26

È lui l’ultimo irriducibile del governo Lega-M5S: da giorni rilascia dichiarazioni in cui chiede a Di Maio e Salvini di fare pace. Ad occhio è l’ultimo a voler mollare l’osso del governo: tanta costanza sarà premiata?

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È lui l’ultimo irriducibile del governo Lega-M5S: il ministro delle politiche agricole e forestali Gian Marco Centinaio non si rassegna alla fine dell’esperienza gialloverde e da settimane ormai conduce una battaglia solitaria (nel senso che ad aprire sono solo lui e Salvini) per il ritorno del governo. L’ultimo appello lo ha fatto uscire poco fa a colloquio con l’agenzia di stampa ANSA: “Rinnoviamo la disponibilità ad aprire con i 5 stelle un confronto per arrivare a un accordo di legislatura. Non ci interessano cose di breve respiro o fatte contro qualcuno ma un patto per rinnovare e portare avanti il programma di governo”.

Gian Marco Centinaio: il ministro che vuole il ritorno del governo Lega-M5S

Ma in realtà sono settimane che va avanti così. I retroscena dei giornali hanno raccontato come fosse Centinaio l’unico ad avere qualcosa da obiettare il giorno in cui Salvini ha annunciato allo stato maggiore del Carroccio che aveva deciso di togliere la figura a Conte. Durante l’ultima MaratonaMentana un retroscena della Sardoni annunciava il ripristino delle trattative tra Lega e 5 Stelle e il conduttore ha fatto chiaramente capire che a sussurrare nell’orecchio dell’inviata era proprio lui.

centinaio governo lega-m5s

Ma soprattutto, mentre i suoi colleghi di partito Claudio Borghi e Alberto Bagnai in questi giorni si sono prodigati nello spiegare che chiudere con i grillini era cosa buona e giusta, lui da un bel po’ si spende per la pace. Garantisce che il rapporto con il MoVimento 5 Stelle è ancora recuperabile: “Oltre a Di Maio, ci sono una serie di esponenti del Movimento che si ricordano bene del lavoro positivo che è stato fatto. È difficile perché la via è molto stretta, però se ci sono i tempi e c’è la volontà di sedersi attorno a un tavolo non ci sono problemi”

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Ed è fermamente convinto che a tutto si possa porre rimedio: “Adesso lasciamo che si confrontino Di Maio, Renzi e la Boschi. Sembra che vogliano portarsi dentro anche Leu perché non hanno i numeri in Parlamento e quindi un bel Governo Fico-Boschi-Renzi-Boldrini. Penso che se si dovesse formare un governo rosso-giallo è perché era nella logica delle cose il fatto che si arrivasse a un governo diverso rispetto a quello uscente. D’altronde siamo una democrazia parlamentare e di conseguenza le maggioranze si fanno in Parlamento, quindi cerchiamo di capire quali sono i presupposti per cui si vuole formare quel governo”.

Quando sei disperato…

Insomma, Centinaio è l’ultimo giapponese a guardia dell’isolotto del Pacifico che non si accorge che la seconda guerra mondiale è finita. Oppure è il miglior stratega di sempre: “Noi siamo pronti, nel momento in cui il Movimento 5 Stelle dovesse dirci incontriamoci”, ha detto oggi ad Affariitaliani mentre si vociferava di un incontro tra Salvini e Di Maio.

E ancora: “Noi ci siamo per parlare di cose concrete. Vogliamo sederci attorno ad un tavolo, fare autocritica, vedere cosa si può portare a casa del contratto di governo, vedere i 10 punti di Di Maio che sono quasi tutti punti del contratto. Il Movimento 5 Stelle ci conosce e sa quanto siamo simili a loro, soprattutto nel fatto di considerarci delle persone normali e non dei fenomeni”, ha detto a Radio Cusano Campus. Facendo sapere che si potrebbe anche chiudere su Di Maio premier: ”È una delle ipotesi sul tavolo. Il confronto sul nome deve avvenire tra i due leader. Dobbiamo tutti cominciare a parlarci un po’ di più. Ingoiare il rospo per dei provvedimenti non approvati non ha fatto bene. Bisogna prevedere delle ”camere di compensazione” dove confrontarsi. Se questa crisi serve per migliorare il rapporto e rendere più convincente l’azione di governo ben venga questa crisi. Se non ci riuscirò potrò dire almeno di averci provato”. Insomma, ad occhio è l’ultimo a voler mollare l’osso del governo. Chissà che tutta questa costanza non venga prima o poi premiata.

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