Germania, il piano da 50 miliardi contro la crisi economica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-20

Iniettare 50 miliardi extra nel sistema per sostenere la crescita è un intervento che secondo molti economisti è da subito alla portata della GroKo, senza togliere il freno sul debito

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La Germania è pronta a varare un piano da 50 miliardi contro la crisi economica. Il ministero delle finanze tedesco ha allo studio un piano-monstre in caso di recessione e l’ammontare viene direttamente dai piani alti del governo: racconta oggi Il Sole 24 Ore che Olaf Scholz domenica scorsa, in risposta a una domanda di un bambino in un evento pubblico, ha menzionato i 50 miliardi di spesa pubblica extra usati ai tempi della Grande Recessione dieci anni fa, sostenendo che la Germania può permettersi di spenderli anche oggi, se dovessero servire, «perché abbiamo fatto scendere il debito/Pil al 60% e le risorse ci sono». Nel 2009 lui era ministro degli Affari sociali e del Lavoro e siglò già allora un piano anti-crisi.

Il piano prevede prima di tutto un taglio delle tasse, per ora con l’abolizione dei 10 miliardi della “ tassa di solidarietà”collegata ai costi della riunificazione che aumenterà direttamente le buste paga; più risorse pubbliche stanziate per la speciale cassaintegrazione “Kurzarbeitergeld” che evita i licenziamenti, per sostenere domanda interna, consumi e mercato del lavoro come nel 2009. E, se necessario, spesa pubblica extra con incentivi e agevolazioni mirati alle imprese, soprattutto piccole, che devono innovarsi e in prospettiva ammodernarsi per la difesa dell’ambiente.

 

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Il rally delle Borse (Il Sole 24 ore, 20 agosto 2019)

Iniettare 50 miliardi extra nel sistema per sostenere la crescita è un intervento che secondo molti economisti è da subito alla portata della GroKo, senza togliere il freno sul debito. E Fmi e Bruxelles premono da tempo su Berlino per un aumento degli investimenti pubblici produttivi e stimoli alla domanda interna. Il surplus di bilancio quest’anno potrebbe orbitare attorno all’1% di Pil, 35 miliardi circa, con una crescita allo zero virgola: e se a questo si aggiunge la tolleranza di un deficit dello 0,35% di Pil consentito dalla Costituzione per circostanze eccezionali (non catastrofi naturali come in Italia ma forse la recessione provocata da fattori esteri come il protezionistmo di Donald Trump), i 50 miliardi sembrano effettivamente alla portata. Ma è improbabile che arriveranno annunci su interventi di questo tipo prima del dato sul Pil nel terzo trimestre dell’anno e sulle stime delle entrate fiscali per il 2019 e 2020 che saranno date in novembre.

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