Gaetano Manfredi: chi è il nuovo ministro dell’Università

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-28

Dal 2015 è presidente della Conferenza dei Rettori (Crui). Dopo l’annuncio è arrivato l’abbraccio con l’ex ministra (del governo Renzi) Stefania Giannini. La risposta di Fioramonti è surreale

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Gaetano Manfredi guiderà nel governo Conte Bis il ministero dedicato a Università e Ricerca, separato dall’Istruzione dopo un un periodo di 20 anni, interrotto solo da una breve pausa fra il 2006 e il 2008. Nato il 4 gennaio 1964 a Ottaviano, in provincia di Napoli, Manfredi si è laureato in Ingegneria nel 1988 nell’Università Federico II. La Tecnica delle costruzioni, ingegneria civile e rischio sismico sono le sue specializzazioni.

Gaetano Manfredi: chi è il nuovo ministro dell’Università

Dal 2000 ha una cattedra in Tecnica delle costruzioni nell’università Federico II, della quale è diventato rettore nel 2014. Dal 2015 è presidente della Conferenza dei Rettori (Crui) e in questa veste si è sempre battuto a difesa dell’università e della ricerca. Dopo un primo mandato di tre anni, nel 2018 è stato confermato nel suo ruolo. L’annuncio dell’incarico di ministro dell’Università e Ricerca è arrivato per Manfredi mentre stava partecipando a un convegno, nell’aula magna dell’ateneo Federico II di cui è rettore, per la firma di un’intesa con l’università Vanvitelli tra le due cattedre Unesco della Campania. “Sono rimasto molto sorpreso quando il presidente Conte mi ha chiamato per informarmi, ma sono felice – dice – che l’annuncio avvenga oggi mentre sono tra persone che stimo, in quella che considero casa mia”.

gaetano manfredi

Autore o curatore di 9 libri ed oltre 400 lavori scientifici pubblicati su rivista o presentati a congressi nazionali ed internazionali, ha svolto attività di ricerca di tipo teorico e sperimentale in diversi campi. Coordinatore e responsabile di numerosi progetti scientifici finanziati dalla Comunita’ europea, dal ministero dell’Università e della Ricerca, dal ministero delle Attività Produttive, dal Cnr, dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e da aziende e Centri di ricerca nazionali ed esteri, e’ anche membro dell’Editorial Board di Journal of Composites for Costructions dell’ASCE (American Society of Civil Engineering), di Structural Concrete, di European Journal of Civil and Environmental Engineering.

Manfredi e i fondi per la ricerca

Dopo l’annuncio è arrivato l’abbraccio con l’ex ministra (del governo Renzi) Stefania Giannini. “Con Stefania – ha ricordato Manfredi rivolgendosi alla Giannini – ho condiviso un lavoro molto positivo, come presidente della Conferenza dei rettori, quando lei era ministro. Affronterò questo nuovo impegno con grande responsabilità per rappresentare i bisogni del mondo dell’università e della ricerca, per ottenere risultati concreti nell’interesse degli studenti, dei ricercatori e di tutti i cittadini, rendendo sempre più questi settori fattore di sviluppo e di crescita per tutto il Paese. Dall’università ho ricevuto molto più di quanto le abbia dato, ora è il momento di restituire”.

matteo renziAi microfoni del Tg regionale della Campania Manfredi ha chiesto un “grande investimento sui giovani”, affinché “le migliori energie italiane e anche estere trovino casa nei nostri atenei e nei nostri enti di ricerca”.   “Servono più fondi, conosciamo bene la situazione difficile della finanza pubblica ma università e ricerca non possono essere la Cenerentola del Paese”. Come rettore della Federico II Manfredi ha tenuto a battesimo a Napoli la nascita della Apple Academy. “L’università – ricorda – è oggi un driver di primaria importanza per attrarre investimenti e creare occasioni di lavoro qualificate”.  In una dichiarazione all’ANSA Manfredi ha auspicato che università e ricerca diventino “fattori di sviluppo e crescita” per il Paese, ma anche elementi “unificanti”, per fare in modo che “i giovani abbiano le stesse opportunità in qualunque parte d’Italia”.

Il Buongiornissimo di Fioramonti

Insieme a complimenti e auguri del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle e alle critiche di Fratelli d’Italia che ha puntato il dito sul raddoppio delle poltrone, non poteva mancare l’opinione di Lorenzo Fioramonti. L’ex ministro si è complimentato attribuendosi la scelta di tornare a due ministeri: “Ne avevamo parlato più volte con Conte, mi fa piacere che ora il premier si sia convinto“.

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Il geniale Fioramonti ha poi chiesto, chissà perché, un “segnale concreto” al governo di cui fino a ieri faceva parte: “Ora è il momento di dare almeno un segnale concreto. Con il premier avevamo parlato di un possibile piano straordinario di reclutamento di Ricercatori di Tipo B (RTDb), da fare subito, già a gennaio, con l’assestamento di bilancio. Il Governo Gentiloni ne fece 1200. Con il Conte 1, ne facemmo 1511. Nell’attuale Legge di Bilancio, invece, non se ne prevede neanche uno. La realtà è che almeno 1000 sarebbero indispensabili. Basterebbero 50-60 milioni di euro. Non mi si dica che non possiamo permettercelo”. No, certo, ma se possiamo permettercelo allora perché Fioramonti si è dimesso prima di realizzarlo?

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