Attualità
Cosa rischia Fredy Pacini e perché è indagato
Giovanni Drogo 29/11/2018
Il caso del commerciante di Monte San Savino che ha sparato ad un ladro che era entrato nel suo negozio ha riacceso le polemiche sulla legittima difesa che – come predica la Lega – deve essere “sempre legittima”. Ma i casi di processi per eccesso colposo di legittima difesa si contano sulle dita di una mano, e per stabilire che si tratta di legittima difesa occorrerà sempre fare delle indagini
«Se uno fa il rapinatore sa di fare un mestiere pericoloso. Sbaglio??? La difesa è sempre legittima!». Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato la vicenda di Fredy Pacini il gommista di Monte San Savino (Arezzo) indagato per eccesso di legittima difesa perché ha sparato al ladro trovato dentro il suo capannone, uccidendolo. Due notti fa Pacini ha sparato e ucciso Vitalie Tonjoc, un ventinovenne moldavo che assieme ad un complice si era introdotto all’interno del magazzino del gommista armato di piccone. Da qualche tempo l’imprenditore aveva deciso di dormire all’interno del capannone perché negli ultimi quattro anni aveva subito 38 furti. Una circostanza questa smentita dai Carabinieri che parlano di due furti e quattro tentativi di furto.
Cosa prevede la legge sulla legittima difesa
La vicenda, come già accaduto nel caso di Graziano Stacchio a Ponte di Nanto e di Francesco Sicignano a Vaprio d’Adda, ha innescato le solite polemiche sulla legittima difesa. Che già oggi non è un reato ad eccezione nei casi di “eccesso colposo”. Soprattutto per la Lega che ha più volte promesso di voler cambiare la legge attuale. Legge che è già stata modificata dalla Lega Nord che nel 2006 aveva avanzato una proposta di modifica all’articolo 52 del Codice Penale introducendo il comma b che prevede la non punibilità per legittima difesa anche qualora un cittadino« spari per difendere i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione». Questa disposizione «si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale».
Ora però alla Lega, la legge sulla legittima difesa non basta più così com’è. «Dopo il decreto sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla legittima difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia», così ha commentato il ministro quanto accaduto a Pacini. Eppure già con l’attuale legge è consentito difendersi di giorno, di notte, a casa e nel negozio. La proposta di modifica alla legge sulla legittima difesa, approvata al Senato il 24 ottobre scorso, prevede che «Nei casi di cui al secondo e al terzo comma agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone». Viene quindi a cadere l’eccesso colposo
Le indagini sono un atto dovuto a tutela di Pacini
Al momento però Pacini non è imputato in alcun processo. Il fatto che sia indagato è un atto dovuto per consentirgli di nominare un avvocato e poter accedere all’eventuale incidente probatorio. Nemmeno con la riforma della legge voluta dalla Lega (il cui iter per il momento si è arenato) si potrebbe evitare l’iscrizione nel registro degli indagati. Del resto in qualche modo gli inquirenti devono accertare la sussistenza della legittima difesa e così scriminare l’indagato. Lo anche l’avvocato di Pacini, Alessandro Cheli, che spiega che si tratta di un «atto dovuto e giusto perché c’è da accertare un fatto, ci sono delle indagini in corso. L’indagine è doverosa e si attendono le risultanze con assoluta serenità».
Non basta infatti dire che la difesa è sempre legittima per poter – magicamente – risolvere la questione. Serve infatti che carabinieri, magistrati e giudici stabiliscano che effettivamente il caso in oggetto sia effettivamente un caso di legittima difesa. Per farlo bisogna aprire un fascicolo d’indagine e quindi non c’è scandalo nel fatto che il signor Pacini sia attualmente indagato. Il problema però è un altro. Dal 2013 al 2016 i processi per eccesso colposo di legittima difesa sono stati cinque. Tutti i processi – tranne uno – si sono conclusi con l’assoluzione dell’imputato. Certo, il processo non è una passeggiata però è così che funziona uno stato di diritto, soprattutto quando si toglie la vita ad una persona. Questo significa che la questione sollevata dalla Lega e da altri partiti di destra riguardo alla presunta criminalizzazione degli italiani che si difendono dai ladri è sostanzialmente inesistente. Riguardo al caso di Pacini poi l’uomo ha sparato alle gambe del ladro, segno che non voleva ucciderlo (e quindi probabilmente non ci sarà nemmeno l’eccesso colposo) e successivamente ha chiamato i Carabinieri chiedendo l’intervento del 118.
Nel frattempo su Facebook è comparso il gruppo “di solidarietà” a Pacini “Io sto con Fredy” dove vengono pubblicati messaggi a favore di Pacini e soprattutto appelli indignati per cambiare la legge da chi ritiene che sia un sopruso che Pacini sia indagato. Il punto è che nemmeno la “nuova” legge sulla legittima difesa servirà a qualcosa, anzi è probabile che non sera a nulla. A certi politici però fa comodo agitare le paure degli italiani anche per quanto riguarda un fenomeno che, alla prova dei fatti, è marginale. Servirebbe invece che lo Stato fosse più presente, non si può delegare la difesa della sicurezza ai cittadini. Per quello però servirebbe un ministro dell’Interno.