La brutta fine di don Francesco Spagnesi, il prete “pusher” arrestato per spaccio e truffa ai fedeli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-08

Il prete di Prato arrestato lo scorso 14 settembre per spaccio, don Francesco Spagnesi, ha patteggiato una condanna a 3 anni e 8 mesi, da scontare ai servizi sociali e in una comunità terapeutica per curare la tossicodipendenza

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Don Francesco Spagnesi, ex parroco dell’Annunciazione, la chiesa del quartiere bene della Castellina a Prato, arrestato il 14 settembre per spaccio e traffico internazionale di sostanze stupefacenti (tra le quali la Gbl, droga dello stupro), truffa e appropriazione indebita, ha patteggiato una condanna a 3 anni e 8 mesi, che sconterà ai servizi sociali e con permanenza in una comunità terapeutica per curare la sua tossicodipendenza.

Il patteggiamento di don Francesco Spagnesi

A raggiungere un accordo con il Pm sono stati i legali del prete, Federico Febbo e Costanza Malerba. Stessa sorte ma con una pena leggermente inferiore, 3 anni e 2 mesi, anche per Alessio Regina, 40 anni, compagno di don Spagnesi, sul quale pendeva un’accusa di concorso in acquisto e spaccio di droga. La procura aveva accettato la proposta di Febbo e Malerba anche alla luce del comportamento di don Spagnesi, che aveva confessato subito collaborando con gli inquirenti.

Cade l’accusa di “tentate lesioni gravissime”

Il patteggiamento ha annullato le richieste di parti civili, i parrocchiani che si ritenevano danneggiati dalle truffe del prete. Spagnesi infatti ha ammesso di aver sottratto centinaia di migliaia di euro con inganno alla Curia e ai fedeli destinati a opere pie e di carità e utilizzati per acquistare la droga dello stupro e organizzare festini orgiastici. Inoltre, è caduta l’accusa peggiore nei suoi confronti, quella di tentate lesioni gravissime. C’era infatti il sospetto che Spagnesi, positivo al virus dell’Aids, non avesse avvertito i partner con i quali pare avesse rapporti sessuali non protetti. Il fidanzato del sacerdote era però risultato negativo al test dell’Hiv ordinato dagli investigatori. L’uomo ha sempre dichiarato di aver avvertito i propri partner, inoltre “non era contagioso – spiega il suo legale Febbo – perché assumeva alcuni medicinali anti virali”. Spagnesi dovrà anche subire un processo canonico in cui rischia la “condanna” allo stato laicale, anche se ha da tempo annunciato di voler uscire dalla chiesa.

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