Francesca Pascale e la battaglia per le donne coraggiose (tranne Raggi)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-10

«Purtroppo mi è bastato fare un giro in città per accorgermi di quanto Roma sia fuori controllo. I topi passeggiano in allegria per le strade, tra i rifiuti. Vorrei fare una domanda alla sindaca».

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Francesca Pascale parla oggi con il Messaggero della sua associazione “I colori della libertà” che inaugurerà il 22 gennaio e annuncia che vuole fare battaglie per la parità dei diritti delle donne e degli omosessuali. Ma non vuole Virginia Raggi:

«Purtroppo mi è bastato fare un giro in città per accorgermi di quanto Roma sia fuori controllo. I topi passeggiano in allegria per le strade, tra i rifiuti. Vorrei fare una domanda alla sindaca».

E quale?
«Che fine ha fatto l’adrenalina della sua campagna elettorale? Si è forse accorta che dopo tre anni non è in grado di gestire Roma? Se è una donna intelligente e coraggiosa, come credo sia, dovrebbe ammettere i propri limiti e farsi da parte il prima possibile».

Quindi Raggi non ci sarà. E allora chi?
«Chi ha voglia di aiutare gli altri. Chi partecipa non dovrà però avere pregiudizi, ma il solo obiettivo di combattere le discriminazioni. Come insegna Pasolini, non fare il bene significa peccare».

Forse questo governo Pd-M5S potrebbe fare di più rispetto a uno di centrodestra?
«La sinistra è brava a scendere in piazza, ma è stato il centrodestra a mettere nero su bianco alcune leggi con le ministre Prestigiacomo e Carfagna. Perché entrambe le parti non dialogano per la libertà di tutti?».

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Serve coraggio!
«Sa quanti politici gay ci sono nei partiti? Tantissimi. Ma non escono allo scoperto. Dovrebbero farlo, o almeno combattere le discriminazioni».

Anche nel centrodestra?
«Certo che ce ne sono. È normale, non trova?».

Quanto è facile essere Francesca Pascale?
«Sono sincera: è bello per come è cambiata la mia vita, ma non è facile. I veleni? Ormai mi scivolano addosso».

Meglio spendersi per i diritti.
«Siamo l’Italia delle contraddizioni: combattiamo per il crocifisso nelle aule, ma le nostre scuole crollano».

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