Francesca Donato ha tolto il camice da virologa per propinarci la sua “personalissima visione” della crisi in Ucraina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-22

Lei sta dalla parte di Putin e sostiene che le televisioni italiane stiano facendo disinformazione sulla crisi a Est dell’Europa

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Prima era sull’Europa – che ora rappresenta nelle vesti di Europarlamentare -, poi sulla pandemia e sui vaccini. Ora sulla crisi tra Russia e Ucraina e le tensioni nella regione del Donbass. La verità, quella alternativa alla “narrazione mainstream”, la ha sicuramente Francesca Donato (a scanso di equivoci, si tratta di ironia). L’ex leghista, infatti ha sentenziato – ovviamente sui social – come l’intero universo televisivo (lo stesso che la ospita un giorno sì e un giorno no) stia raccontando una versione faziosa di quel che sta accadendo tra Mosca e Kiev. Perché, ovviamente, lei ha un’idea tutta sua su questa vicenda.

Francesca Donato e la sua visione della crisi Russia-Ucraina

“La narrazione dei fatti sul Donbass in onda sulle nostre reti televisive è come al solito faziosa e priva di alcuna attendibilità”. Questa la sentenza di Francesca Donato sul suo attivissimo profilo Twitter. Niente più pandemia, niente più vaccini. Svestiti i panni da virologa (senza apparenti meriti scientifici) l’Europarlamentare eletta con la Lega (prima di essere cacciata) non spiega i motivi di questa sua tesi. Anzi, lo fa con parole e pensieri di altri utenti. Ma perché ha questo pensiero sulla situazione nel Donbass e sulla crisi tra Russia e Ucraina?

Vedendo i suoi retweet si ha una risposta a questa domanda: i fuochi d’artificio. L’Eurodeputata, infatti, sostiene che i festeggiamenti nel Donbass dopo che Putin ha ufficializzato il riconoscimento delle Repubbliche indipendenti di Lugansk e Donetsk siano l’esatto simbolo di come la narrazione italiana sui “venti di guerra” su cui soffia il Cremlino sia del tutto fuori luogo e faziosa. Perché lei, ovviamente, sta dalla parte di Putin. Ovviamente, occorre ricordarlo, quelle due cittadini – che confinano proprio con l’ultimo avamposto Sud-Occidentale della Russia – siano al centro di tensioni da anni, con i separatisti filo-russi a guidarli. Quei festeggiamenti in strada, dunque, sono una diretta conseguenza di tutto ciò.

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