Attualità
Cosa succede quando uno di Forza Nuova è accusato di aver stuprato una camerata
neXtQuotidiano 13/06/2019
L’accusa: invece di far marcire in galera l’autore di uno stupro di una loro iscritta, i militanti hanno preferito giocare alla roulette russa con lui e poi lasciarlo libero di gironzolare ancora
Forza Nuova, si sa, ha un peso elettorale non indifferente come ripete spesso il suo leader Roberto Fiore: alle ultime elezioni europee ha infatti preso lo 0,15%, superata soltanto dal Partito Pirata e da Casapound che non a caso ha preso il doppio dei suoi voti (lo 0,33%). Questo perché, come abbiamo spiegato, mentre loro portano l’acqua con le orecchie a Salvini quello prosciuga il loro serbatoio di voti lasciandoli a bocca asciutta ma con in bella vista il motto decoubertiniano “L’importante è partecipare” che, se ci pensate, è lo stesso che ha spinto Mussolini a partecipare alla II Guerra Mondiale (e sappiamo tutti com’è finita).
Cosa succede quando uno di Forza Nuova viene accusato di aver stuprato una camerata
Proprio per questo è interessante segnalare quanto raccontato oggi dal Messaggero nell’ambito del processo per incitamento all’odio razziale, per le quali nove iscritti al partitino di Fiore sono stati rinviati a giudizio.
Fra le contestazioni del sostituto procuratore Sergio Colaiocco appare uno spaccato di scontri all’interno della stessa fazione politica. Esemplare la vicenda di Daniele De Santis, anch’egli militante del gruppo in via Lidia. La sera tra il 26 e il 27 settembre del 2014 avrebbe violentato, secondo l’accusa, una forzanovista.
Il fatto però non sarebbe passato sotto silenzio tra le fila del partito e due dei rinviati a giudizio, Giovanni Camillacci e Alessio Costantini avrebbero portato De Santis in un casale, imbavagliato e “fatto inginocchiare per punirlo”. Mentre “lo minacciavano – si legge nell’imputazione – con un’arma da sparo esplodendo anche un colpo” il primo ottobre 2014, a pochi giorni dallo stupro.
Se la ricostruzione dei fatti fosse confermata, ci troveremmo in una situazione paradossale: invece di far marcire in galera l’autore di uno stupro di una loro iscritta, i militanti hanno preferito giocare alla roulette russa con lui e poi lasciarlo libero di gironzolare ancora. Una vergogna che ricorda anche i codici dei mafiosi: sono loro a farsi giustizia da sé anche se a differenza di FN hanno ben altro peso elettorale. E c’è di più, perché agli atti compare un agguato a un militante di Casapound:
Gli scontri non sarebbero però stati fatti soltanto al fine di ricondurre i militanti sulla retta via, ma avrebbero avuto luogo per differenze ideologiche. In sei avrebbero aggredito, e per questo finiti a giudizio per lesioni personali, un militante di Casapound. Il pestaggio sarebbe avvenuto il 30 marzo del 2015 a Ponte Milvio e i militanti sarebbero stati poi trovati con coltelli e manganelli.
Strano che Casapound prenda il doppio dei voti loro di questa gente senza onore, eh?
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