Fontana, la Azzolina e i politici che ci meritiamo

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-07-29

Per poter far funzionare un esercito, è essenziale che i soldati si fidino dei loro superiori e che gli ufficiali ripongano fiducia nella truppa. Ce l’hanno insegnato in epoche storiche recenti, sia Federico II di Prussia che Napoleone. Attualmente nel Bel Paese, né gli Italiani si fidano dei politici e né la classe al potere …

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Per poter far funzionare un esercito, è essenziale che i soldati si fidino dei loro superiori e che gli ufficiali ripongano fiducia nella truppa. Ce l’hanno insegnato in epoche storiche recenti, sia Federico II di Prussia che Napoleone. Attualmente nel Bel Paese, né gli Italiani si fidano dei politici e né la classe al potere si fida dei “sudditi”. D’altra parte la classe politica ha dato chiara e manifesta evidenza di essere totalmente inadeguata. Ad esempio, attualmente è in corso l’inchiesta relativa alla fornitura dei camici assegnata al cognato del Governatore Fontana. Non credo ci siano elementi per incriminare il Governatore, ma ci sono tutti gli elementi per giudicarne la sua inadeguatezza. Sarò che ho vissuto due anni in USA ma trovo gravissimo che abbia mentito alla popolazione che amministra (quando ha dichiarato che non ne sapeva niente e poi si è scoperto che aveva tentato di fare un bonifico per ricompensare il cognato).

attilio fontana

 

Trovo inoltre inadeguate e goffe tutte le sue mosse successive per evitare lo “scandalo”. La colpa che imputo a Fontana è che un Governatore di una regione come la Lombardia dovrebbe avere uno staff competente capace di consigliargli la strategia giusta. Lui è chiaramente inadeguato, ma il suo staff lo è ancora di più. E questo capita in Lombardia dove migliaia di aziende sfornano un management capace di renderle competitive a livello mondiale… Ma il problema, purtroppo per noi, non si limita a Fontana o al Centro Destra. Incapaci di gestire l’emergenza “mascherine” sono stati sia Zingaretti (coinvolto nella vicenda delle mascherine fantasma) che Arcuri che, pur essendo il commissario addetto al potenziamento delle strutture ospedaliere, non è stato in grado di procacciare le mascherine necessarie per salvare dal contagio la popolazione a rischio. Quante migliaia d’Italiani sono morti a causa della mancanza delle mascherine? Probabilmente non ci sono responsabilità penali ma ce ne sono sicuramente di politiche. E sono gravissime responsabilità perché, giustamente, gli Italiani, ormai da decenni, hanno smesso di riporre fiducia in questa fallimentare classe politica. D’altra parte in ogni Governo che abbiamo, si fa notare il giullare di corte, quello che produce a ritmi forsennati numerosi ottimi suggerimenti, specialmente per gli aspiranti autori satirici (come ha scritto Lercio). Abbiamo avuto prima Toninelli, poi è subentrato Fioramonti, adesso abbiamo l’Azzolina.

toninelli affitto ministero foresteria - 5

Ha proposto di tutto: dai banchi monouso a rotelle (che saranno ragionevolmente utilizzati come autoscontro dagli alunni), all’isolamento del singolo allievo avvolto in un foglio di plexiglas (e qui ha compiuto il miracolo di far sembrare acculturato Salvini, accusandolo di non sapere che plexiglas si scrive con due esse), alle “ardite” metafore degli studenti imbuto al termine tecnico di rime buccali. L’Azzolina impazza perché non tiene nel giusto conto i suggerimenti del Comitato Scientifico del Ministero dell’Istruzione che dovrebbe aiutarla nelle scelte ma si è affidata a “suoi” esperti che, ovviamente, avvallano quanto già deciso dal Ministro. Ecco il problema di questo Post-Covid sono le task force di esperti. Impazzano ovunque, non si sa come siano state scelte e non ne azzeccano una manco per sbaglio. Ci son voluti ben 75 esperti per partorire la decisione dell’App Immuni (una App che non funziona ancora e probabilmente non funzionerà mai), è stata nominata una task force con un supermanager italiano residente a Londra (come se in Italia non ci fossero persone competenti). Ora non solo Colao non ha mai avvertito la necessità di tornare sul suolo patrio per coordinare e rendere più efficiente l’azione, ma il documento prodotto dalla sua task force è sostanzialmente solo una raccolta di buoni propositi, alcuni dei quali (tipo il documento sull’Università) letteralmente copiati da documenti di qualche anno prima. Ma, purtroppo, non è finita qui. Adesso ci sarà un altro comitato di esperti (il CIAE) a decidere come saranno spesi 200 miliardi di Recovery Funds. Per favore, dateci una ragione per credere che questa volta sarà diverso: che i soldi non saranno sperperati, che i soldi non arricchiranno mafia e criminalità organizzata, che non significheranno colate di cemento inutili, che non saranno spesi in banchi monouso per mantenere le rime buccali, che non saranno distribuiti a pioggia per foraggiare le clientele elettorali nullafacenti, etc etc. Siamo già sommersi da debiti che non riusciremo mai a rimborsare. Non si può gettare al vento l’ultima concreta possibilità per evitare di sprofondare verso il baratro del sottosviluppo. Cerchiamo di spendere bene questi soldi e di non scappare con il bottino. Per favore, i politici ci dicano chi sono questi esperti del CIAE e come sono stati scelti (per meriti o per tessera politica come sempre finora?). Se si vuole riguadagnare la necessaria fiducia del popolo Italiano, c’è l’esigenza di fare chiarezza e trasparenza.

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