Il flop della flat tax per le partite IVA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-15

Un comunicato del MEF magnificava le 200mila partite IVA in più. Ma i conti sono… sballati

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Qualche giorno fa un comunicato del ministero dell’Economia annunciava l’apertura nei primi tre mesi di quest’anno di 196.060 partite Iva, arrotondate a 200 mila e collegava il tutto alla flat tax per le partite IVA partorita dal governo gialloverde. Duecentomila partite IVA in più volevano dire 200mila fruitori in più del sistema portato dalla Lega di Salvini. Oggi Roberto Petrini su Repubblica spiega che si trattava di un’illusione ottica

Per valutare l’effetto flat tax sulle nuove partite Iva bisogna considerare le nuove partite Iva individuali, perché solo l’apertura di una partita Iva individuale consente di beneficiare del forfait Iva-Irpef-Irap del 15 per cento, ammesso che si abbiano ricavi sotto i 65 mila euro. Così da 196.060, si scende a 150.934 nuove partite Iva individuali.

Ma per valutare quale è stato l’effetto della flat tax sull’apertura di partite Iva bisogna vedere quante ne sono state aperte nello stesso periodo dell’anno precedente, cioè il 2018: ci si accorge che sono state 132.396, dunque le partite Iva individuali in più, rispetto ad un trend abituale anche negli anni passati legato all’inizio dell’anno, sono state solamente 18.538.

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Flat tax e partite IVA (La Repubblica, 15 maggio 2019)

Ecco quindi le vere dimensioni del successone targato Lega e M5S: 20mila partite IVA in più. Ma c’è ancora qualcos’altro da dire: in realtà molte delle circa 18 mila nuove partite Iva non sarebbero altro che frutto della “riconversione” verso la più vantaggiosa partita Iva individuale. Non si tratterebbe invece, se non in minima parte, di nuove energie imprenditoriali sommerse o nascoste che avrebbero colto l’opportunità del nuovo sistema di tassazione forfettario e scontato per venire allo scoperto.

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