Reddito di cittadinanza, al lavoro solo uno su quattro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-15

Il Sole 24 Ore spiega oggi che poco più di 120mila tra gli oltre 488mila nuclei percettori del reddito di cittadinanza, accolti nella prima tranche di domande di marzo, saranno chiamati dai centri per l’impiego per sottoscrivere il patto per il lavoro

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Soltanto uno su quattro percettori del reddito di cittadinanza sarà avviato al lavoro. Il Sole 24 Ore spiega oggi che poco più di 120mila tra gli oltre 488mila nuclei percettori del reddito di cittadinanza, accolti nella prima tranche di domande di marzo, saranno chiamati dai centri per l’impiego per sottoscrivere il patto per il lavoro ed attivare un percorso di inserimento occupazionale. Si tratta di oltre il 24% della platea iniziale di beneficiari, il restante 76% è destinataria di misure di inclusione sociale o della pensione di cittadinanza (senza, dunque, gli obblighi di attivazione lavorativa). La percentuale è leggermente al di sotto del 26% di famiglie che l’Ufficio parlamentare di bilancio aveva stimato attivabile per percorsi lavorativi.

reddito di cittadinanza
Rdc, le domande e l’esito (Il Sole 24 Ore, 15 maggio 2019)

Ma non subito: i primi 120.226 nuclei beneficiari del Rdc da avviare al percorso personalizzato saranno contattati dai centri per l’impiego dal 24 giugno, più in avanti, pertanto, rispetto al timing previsto dalla legge (1 mese dopo l’erogazione delle risorse sulla card). Lo slittamento concordato ieri, nella riunione tecnica tra Anpal e regioni, servirà per dotare gli oltre 500 centri per l’impiego di infrastrutture tecnologiche uniformi, collegando banche dati di Inps, Anpal e regioni.

Questo consentirà agli operatori dei Cpi di avere il quadro della situazione di ogni nucleo familiare percettore del Rdc, senza dover ricostruire la condizione di ciascun membro. Entro fine luglio questa prima platea dovrà recarsi fisicamente nei Cpi per entrare nel programma vero e proprio di politiche attive, con obblighi e doveri specifici e sanzioni in caso di inosservanza. La scadenza, almeno per il momento, sembra allineata con quella di fine giugno indicata dal presidente dell’Agenzia nazionale per le politiche attive, Domenico Parisi, entro cui dovranno essere operativi anche i 3mila navigator per dare supporto al personale dei Cpi nell’assistenza ai percettori del reddito.

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