Fisco: le semplificazioni complicate

di Dantes

Pubblicato il 2019-04-03

Il rapporto Doing Business 2019, che misura la facilità di fare impresa in 190 Paesi del mondo, individua nella complessità del sistema fiscale il tallone d’Achille dell’Italia, che nella specifica graduatoria “paying taxes” non riesce ad andare oltre la 118ma posizione. Un sistema fiscale talmente complesso da trarre in inganno anche chi, meritevolmente, cerca di limitare …

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Il rapporto Doing Business 2019, che misura la facilità di fare impresa in 190 Paesi del mondo, individua nella complessità del sistema fiscale il tallone d’Achille dell’Italia, che nella specifica graduatoria “paying taxes” non riesce ad andare oltre la 118ma posizione. Un sistema fiscale talmente complesso da trarre in inganno anche chi, meritevolmente, cerca di limitare l’eccesso di adempimenti che lo caratterizzano: dichiarazioni, comunicazioni, spesometri, esterometri e chi più ne ha più ne metta.

È il caso, da ultimo, del disegno di legge sulle semplificazioni proposto dagli onorevoli Ruocco (5 Stelle) e Gusmeroli (Lega) che, con l’intento (timido) di semplificare, rischia di complicare assai il lavoro di commercialisti e imprese. Tra le numerose novità del DDL, infatti, spunta una norma che contempla l’abolizione del 770, modello dove ogni anno i sostituti d’imposta devono riportare i dati relativi ai compensi erogati e le ritenute d’acconto operate nei confronti di lavoratori dipendenti, collaboratori e professionisti. In realtà, tuttavia, l’abolizione del 770 è solo apparente: viene previsto, infatti, che le medesime informazioni vengano portate a conoscenza del fisco con una modalità alternativa, a prima vista più semplice ma nella pratica estremamente più laboriosa: esse, infatti, dovranno essere trasmesse mensilmente mediante l’indicazione del codice fiscale dei singoli percipienti e delle relative ritenute subite in calce ai modelli di pagamento f24.

Quindi, se oggi i sostituti d’imposta versano le ritenute fiscali cumulativamente per ogni tipologia (lavoro dipendente, autonomo, ecc.), dal 2020 essi,ogni mese al momento del pagamento, dovranno indicare per ogni lavoratore retribuito il codice fiscale, le ritenute operate e versate e gli altri dati richiesti dal fisco. In altre parole se oggi il versamento di ritenute irpef per 100 dipendenti viene effettuato attraverso la compilazione di un unico rigo in calce a un unico modello di pagamento f24, dal 2020 per effettuare il medesimo versamento ogni mese sarà necessario compilare 100 righi, inserendo 100 codici fiscali in 17 modelli f24. Senza considerare che la medesima operazione dovrà essere ripetuta per versare addizionali regionali e comunali.
Una mole impressionante di dati la cui elaborazione e trasmissione, con i relativi costi, graverà come al solito su commercialisti e imprese, considerando che ogni mese occorrerà indicare i dati di circa 17,95 milioni di lavoratori dipendenti e di centinaia di migliaia di lavoratori autonomi. Fortunatamente una semplificazione così strabiliante vedrà luce soltanto dopo un periodo di sperimentazione: lo prevede un emendamento presentato dalla stessa relatrice del provvedimento, che ne circoscriverebbe l’applicazione ai soggetti con un numero limitato di lavoratori dipendenti a libro paga, soglia che dovrà essere definita da un successivo provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Scongiurando il rischio di varare – nella migliore tradizione del legislatore fiscale degli ultimi anni – l’ennesima semplificazione complicata. Almeno per ora il 118mo posto è salvo!

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