Fisco, il piano del governo: gli 80 euro diventano 100

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-14

L’obiettivo con la riduzione del cuneo è allargare il bonus anche a chi guadagna fino a 40 mila euro annui

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Repubblica spiega oggi il piano del governo sul fisco: l’esecutivo lavora all’ipotesi  di ridurre le tasse a 15 milioni di italiani. A partire da luglio, i lavoratori dipendenti che dal 2014 incassano gli 80 euro al mese passerebbero a 100 euro tondi: una “quota 100” questa volta non previdenziale. E il ceto medio sin qui escluso dal bonus ne prenderebbe 80 euro fino a 35 mila euro di reddito dichiarato. Per poi scendere fino all’azzeramento – con décalage più o meno ripido – dai 35 mila ai 40 mila euro. Per quasi tutti i beneficiari si tratterebbe di una detrazione fiscale. Ma il governo potrebbe anche essere tentato dal colpo unico: un “superbonus vacanze” erogato nella busta paga di luglio da 120 o 480 euro a seconda delle fasce.

Nel Pd c’è però chi soppesa una terza ipotesi di intervento che escluda anche qui i lavoratori con gli 80 euro, ma favorendo chi sta prima e chi dopo: i 4,6 milioni di incapienti (dai quali però escludere necessariamente chi prende il reddito di cittadinanza) e altri 4,3 milioni con reddito tra 26 mila e 40 mila euro o più realisticamente (date le risorse) i 3,4 milioni di lavoratori tra 26 mila e 35 mila euro.

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I redditi dei lavoratori dipendenti (La Repubblica, 14 gennaio 2020)

La scelta è solo in parte contabile. Il dilemma sembra piuttosto politico. Compiacere una platea più ampia può comportare la polverizzazione dei fondi e il rischio “pizza e birra” come ai tempi dei 12 euro al mese del governo Letta. I 3 miliardi a disposizione poi – da spalmare da luglio a dicembre – sembrano già risicati per alzare gli 80 euro a 100 e darne 80 agli altri. Salire sopra i 35 mila euro di reddito – come platea – potrebbe comportare soldi aggiuntivi da trovare. La stessa legge di bilancio non lo esclude quando parla «di risorse eventualmente incrementate». Difficile per quest’anno. Obbligatorio per il prossimo quando i 5 miliardi dovranno per forza diventare 6, il doppio di ora visto che si passa da sei mesi a un anno intero di fruizione del beneficio.

C’è poi un dettaglio tecnico. Tagliare le tasse con una detrazione non sarà possibile per tutti: i redditi fino a 12-15 mila euro potrebbero finire nell’incapienza (per la somma delle detrazioni). Per loro meglio lasciare il credito, così come è oggi il bonus da 80 euro.

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