La fase 2 dal 4 maggio: uscite scaglionate per fasce d’età

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-14

Si prevedono tempi più lunghi per il ritorno alla vita normale o comunque percorsi diversificati per effettuare gli spostamenti. E tenendo conto di chi oltre all’età ha anche problemi di salute cronici

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Nella fase 2 che nei piani del governo dovrebbe essere varata a partire dal 4 maggio e ammorbidire le misure restrittive dell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 si prevedono anche uscite scaglionate per fasce d’età. Un archivio telematico e un’APP sostituiranno le autocertificazioni mentre, spiega oggi il Corriere della Sera,  i divieti non scompariranno ma saranno certamente allentati e si programmerà il ritorno in attività di aziende, negozi, liberi professionisti.

Quella dove conterà, e molto, anche l’età delle persone. E dunque gli ultimi a poter uscire di casa saranno i cittadini che hanno più di 70 anni, soprattutto quelli con una o due patologie croniche. «Per loro — anticipa la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa — dobbiamo prevedere un programma particolare, percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare. Però mettendoli anche al riparo dall’afa e dall’isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi».

coronavirus numeri 13 aprile
Coronavirus: i numeri del 13 aprile (Corriere della Sera, 14 aprile 2020)

La «fase 2» è la più delicata, perché l’R0 dovrà essere prossimo allo zero ma rimarrà il rischio di contagio e per questo si dovrà evitare in ogni modo la nascita di nuovi focolai. Gli scienziati hanno già raccomandato la creazione di squadre che effettuino test e tamponi a tappeto tra le persone vicine a chi risulta«positivo». Il pericolo è fin troppo evidente: tornare indietro,vanificare gli sforzi sin qui fatti chiudendo di nuovo tutto con effetti che possono essere devastanti sia dal punto di vista economico, sia per la tenuta sociale e psicologica dei cittadini.

I dati aggiornati al 13 aprile 2020 (ieri) dicono che su 18.641 vittime da Covid-19, 13.408 avevano tra i 70 e i 90 anni, di questi 5.874 tra i 70 e gli 80 anni. Quanto basta per comprendere la fragilità delle persone che si trovano in questa fascia di età, il fatto che molti si sono infettati grazie a parenti asintomatici o con sintomi lievi. Figli, nipoti che forse non sapevano nemmeno di aver contratto il coronavirus e lo hanno trasmesso agli anziani. Ecco perché adesso si proteggerà questa generazione prevedendo tempi più lunghi per il ritorno alla vita normale o comunque percorsi diversificati per effettuare gli spostamenti. E tenendo conto di chi oltre all’età ha anche problemi di salute cronici.

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