Il calendario della fase 2 dal 15 aprile: riapertura diversa in ogni regione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-09

La Fase 2 avrà un calendario a partire dal 15 aprile e la riapertura sarà suddivisa per zone e regioni diverse. Conte potrebbe firmare domani il decreto che prolunga le restrizioni che scadranno il 13 aprile, ma anche per autorizzare alcune imprese a riprendere le attività subito dopo Pasqua. Poi le date saranno strategiche nella pianificazione futura

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La Fase 2 avrà un calendario a partire dal 15 aprile e la riapertura sarà suddivisa per zone e regioni diverse. Dopo gli inviti di Confindustria e gli allarmi degli esperti sui rischi insiti nell’alleggerimento delle restrizioni tra aprile e maggio, il governo Conte prova a seguire una linea per scaglioni area per area.

Il calendario della fase 2 dal 15 aprile: riapertura diversa in ogni regione

Il Corriere della Sera oggi annuncia un possibile calendario della fase 2: dopo il 13 aprile potrebbero riaprire alcune imprese, ma anche cartolerie e librerie. Verso un’ulteriore allentamento per le aziende dal 4 maggio e per i cittadini dopo il 18 maggio. Secondo il quotidiano Giuseppe Conte potrebbe firmare domani il decreto che prolunga le restrizioni che scadranno il 13 aprile, ma anche per autorizzare alcune imprese a riprendere le attività subito dopo Pasqua. Poi le date saranno strategiche nella pianificazione futura. A cominciare da quella del 13 aprile:

La strada è dunque tracciata. Fino al 13 aprile, Pasquetta, tutti a casa e uscite soltanto per andare al lavoro e fare la spesa, ma nei giorni successivi alcune imprese otterranno il via libera a riprendere l’attività se dotate di tutti i dispositivi di sicurezza per i lavoratori. Confindustria chiede un programma di riaperture ordinate e i segretari di Cgil Cisl e Uil scrivono a Conte perché vogliono incontrarlo al più presto, per valutare insieme quali aziende riaprire dopo il 13 aprile.

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Fase 2: la riapertura per tappe (Corriere della Sera, 8 aprile 2020)

Nelle riunioni delle ultime ore si è parlato di librerie, cartolerie, pasticcerie, si è deciso di chiarire che ristoranti e tavole calde restano chiusi ma possono consegnare i piatti nelle case. Sbloccando i codici Ateco il governo è pronto a riaprire alcune aziende meccaniche e di supporto al settore agroalimentare, oltre alla movimentazioni di merci giacenti nei magazzini. Una parte importante del lavoro per sciogliere uno dei nodi più intricati la sta svolgendo l’Inail con la classificazione del rischio (basso, medio, alto) attività per attività.

Il 26 aprile invece la Spagna ha annunciato che terminerà le restrizioni, ma per l’Italia quella data potrebbe essere troppo presto. Il governo fissa invece sul calendario la data del 4 maggio:

Dal 4 maggio, passati i due “ponti” festivi che potrebbero spingere la gente a riversarsi in strada o peggio a organizzare gite fuori porta, comincerà la vera «fase 2». Ma solo se l’indice Ro sarà prossimo alle zero, e per questo fino ad allora è fondamentale rispettare la regola di rimanere a casa. Le riaperture di altre aziende saranno pianificate con le Regioni tenendo conto dei diversi indici di contagio e soprattutto delle misure di contenimento che ogni governatore sarà in grado di garantire, ma l’ultima parola spetterà al governo.

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Coronavirus: le tre fasi del piano del governo (Il Messaggero, 2 aprile 2020)

Anche perché — come già accade adesso — nessuna norma potrà essere in contrasto con quelle emanate da palazzo Chigi. Conte ha già insediato un gruppo composto da sociologi, psicologi e manager dell’organizzazione del lavoro, che affianchi il Comitato tecnico-scientifico. Ci saranno turni e fasce orarie per i lavoratori che non sono in smart working e anche alcuni negozi potranno tirare su le saracinesche, garantendo però l’ingresso scaglionato come avviene adesso per supermercati e farmacie.

Il 18 maggio la data per cominciare l’allentamento

Secondo il racconto di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini potrebbe essere il 18 maggio la data giusta in cui arriverà l’allentamento delle misure anche per i cittadini. Le Regioni che hanno avuto il maggior numero di contagi (dove la popolazione risulta dunque più immune) e quelle che hanno un numero basso di malati potrebbero ottenere dal governo il via libera all’eliminazione di alcune limitazioni sulle passeggiate e deroghe all’obbligo di stare nel proprio Comune. In fondo alla lista delle riaperture al pubblico rimangono bar, ristoranti, luoghi per eventi che dovranno comunque riorganizzare i propri spazi con il distanziamento di almeno due metri tra i tavoli, le protezioni personali per camerieri e dipendenti.

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Fase 2: cosa cambia tra aprile e maggio (Corriere della Sera, 9 aprile 2020)

Chi è più vicino alla riapertura? Repubblica spiega che saranno privilegiate le attività considerate di supporto a filiere essenziali – sanitaria, farmaceutica, agroalimentare – e le aziende meccaniche in primo luogo; poi ci sono i cantieri edili, visto che sul piano del contagio, l’edilizia sembra presentare meno rischi e questo potrebbe rendere più rapida la riapertura dei cantieri; infine, potrebbero avere una strada prioritaria nella riapertura, anche per accompagnare la chiusura dell’anno scolastico. Aggiunge Giovanna Vitale:

Solo a fine mese si saprà invece quali imprese, da maggio in poi, potranno ripartire, in base alle indicazioni fornite dal Comitato tecnico-scientifico. Il quale, su input del
governo, sta mettendo a punto una mappa degli “indici di rischio” per ciascuna tipologia di lavoro: i camerieri dei locali pubblici, per dire, ce l’hanno medio-alto; gli operai edili, medio-basso. È stata l’Inail, che in seno al Cts ha un suo rappresentante, ad aver consegnato il dossier su cui costruire le linee guida per la ripartenza.

Titolo: “Documento tecnico recante misure di contenimento del contagio da Covid-19 nei luoghi di lavoro: strategie di prevenzione e rimodulazione per una eventuale Fase 2”. Dentro viene spiegato cosa devono fare le aziende per abbattere il rischio contagio. Si va dall’obbligo di garantire almeno un metro di distanza fra le postazioni di lavoro al divieto di assembramento, dalla misurazione della temperatura all’ingresso fino all’obbligo di attivare un presidio di sorveglianza interno per monitorare i soggetti più fragili. E anche il trasporto pubblico che collega le aziende dovrà rispettare i criteri di distanziamento imposti per decreto.

Leggi anche: La fase 2 tra fine aprile e inizio maggio? Perché potrebbe essere troppo presto

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