Le regole e le fasce orarie per la riapertura di negozi e ristoranti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-28

I punti vendita di abiti e vestiti dovrebbero riaprire tra il 18 maggio e il primo giugno, mentre i servizi di ristorazione avranno via libera per i loro locali soltanto successivamente, anche se ad oggi hanno 34 miliardi di perdite su un fatturato complessivo di 90

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Negozi e ristoranti dovranno avere nuove regole e nuove fasce orarie per la riapertura. I punti vendita di abiti e vestiti dovrebbero riaprire tra il 18 maggio e il primo giugno, mentre i servizi di ristorazione avranno via libera per i loro locali soltanto successivamente, anche se ad oggi hanno 34 miliardi di perdite su un fatturato complessivo di 90.

Le regole e le fasce orarie per la riapertura di negozi e ristoranti

Quando arriverà il via libera saranno anche definitivamente pronti i protocolli per la riapertura in sicurezza a cui stanno lavorando le task force guidate da Vittorio Colao. Tra le regole, scrive oggi Il Messaggero, si prevede che «Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro si sottoporrà al controllo della temperatura corporea. Ciò al fine di evitare preventivamente il diffondersi del virus nell’ambiente di lavoro, e, nel caso in cui venga riscontrato un contagio, per riuscire a tracciare i contatti avuti dalla persona infetta e poter efficacemente predisporre le misure di prevenzione. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro». Questo protocollo è stato confezionato dalla FIPE-Confcommercio con l’ausilio di un virologo dello Spallanzani.

Per questi esercizi la bozza di protocollo sul tavolo prevede tra l’altro, ove possibile, una separazione degli accessi di entrata e di uscita; sistemi di prenotazione telefonica e digitale; all’ingresso dispenser con gel igienizzanti per la pulizia delle mani dei clienti; indisponibilità dell’uso del guardaroba; bagni dei clienti dotati di prodotti igienizzanti, evitando assembramenti nell’accesso. Inoltre si consiglia l’adozione di menu digitali su dispositivi dei clienti o, in alternativa, si igienizzano i menu dopo ogni uso; mascherine e distanziamenti dei camerieri e tra tavoli, con separazioni (plexiglass) tra commensali su richiesta volontaria, piatti, bicchieri, posate e simili sono lavati in lavastoviglie a temperatura adeguata, in modo che possano essere disinfettati, tovaglie, tovaglioli e altri tessuti per la tavola devono essere messi in specifici sacchi per la lavanderia e il lavaggio deve assicurare la rimozione di agenti patogeni.

cosa si può fare e cosa no dal 4 maggio le nuove regole 1
cosa si può fare e cosa no dal 4 maggio (La Stampa, 28 aprile 2020)

Per i bar contingentamento degli ingressi; separazione degli accessi; dispenser con gel igienizzanti; no ad appendiabiti comuni; nel servizio al banco distanziamento di un metro; mascherine in dotazione al personale, barriere in plexiglas nelle zone dove vi è una maggiore interazione con il pubblico (es. in prossimità delle casse). Rispetto alla riapertura dei negozi di abbigliamento prevista per il 14 maggio, si consideri che dal 14 aprile sono aperte le boutique per bambini le cui accortezze sono la sanificazione degli ambienti con prodotti al 70% di etanolo, distanziamenti di una persona in 40 metri quadri, mascherina, dispenser ed è possibile misurare i capi ai bimbi mentre è affidata alla discrezionalità del negoziante la cura e la messa in sicurezza del vestito secondo le buone prassi.

La sanificazione dei capi una volta provata non pare essere possibile perché non esistono prodotti ad hoc in commercio, il vestito potrebbe essere arieggiato per otto ore prima che qualcun altro lo possa indossare.

Le fasce orarie

C’è poi la questione delle fasce orarie, sulla quale l’obiettivo resta sempre quello di contingentare, cioè limitare, il numero di romani in giro per la città nellaFase 2. In quest’ottica il Comune di Roma starebbe pensando a una quarta fascia oraria per apertura di commercianti e botteghe rispetto alle tre (alle 8.30, alle 9.30 e alle 11) già definite. Così come torna in pista l’ipotesi, bocciata dalle categorie, di abbassare le serrande anche  dopo le 21.

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cosa si può fare e cosa no dal 4 maggio (La Stampa, 28 aprile 2020)

Soltanto i commercianti al dettaglio nella Capitale sono oltre 40mila, anche se un 40 per cento potrebbe non rialzare la cler e fallire. Proprio questi numeri, e i rischi di assembramenti in una città dove gli autobus avranno i posti contingentati, avrebbero spinto il Comune a valutare l’introduzione di una quarta fascia oraria – tra le 12 e le 13 – e soprattutto a rilanciare la possibilità di erogare il servizio dopo le 21. Per la cronaca queste due soluzioni non fanno proseliti tra i commercianti, i quali – anche temendo il crollo della domanda e l’assenza di turisti – si chiedono che senso abbia continuare a lavorare dopo il tramonto.

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