Il bluff sull’Europa di Lega e M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-30

La strategia di Lega e MoVimento 5 Stelle dopo la presentazione del DEF (che ancora manca della nota di aggiornamento approvata giovedì dal consiglio dei ministri)

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Francesco Manacorda su Repubblica oggi parla della strategia di Lega e MoVimento 5 Stelle dopo la presentazione del DEF (che ancora manca della nota di aggiornamento approvata giovedì dal consiglio dei ministri):

Il leader della Lega, e in misura appena ridotta anche quello dei Cinque Stelle, sono e si rappresentano oggi in servizio permanente contro l’Europa. Anche la nota di aggiornamento al Def che il consiglio dei ministri ha approvato giovedì (a proposito, dove è finito il testo di quel documento che dovrebbe uscire dal Tesoro?) è stata presentata all’opinione pubblica come il guanto di sfida gettato a una Commissione europea che impone vincoli insopportabili di finanza pubblica e, impedendo di fare deficit a piacimento, frena la crescita.

Una crescita che invece verrà adottando la tattica opposta a quella finora prescritta dall’Ue: ossia facendo maggiori debiti. Non è una tattica nuova, anzi è la più antica che esista, quella di additare un “nemico esterno” contro il quale si chiede una mobilitazione generale: nella loro battaglia contro un’Europa molto indebolita Salvini e Di Maio hanno ovviamente buon gioco.

presidente del consiglio governo lega-m5s

Secondo Manacorda quella di Lega e M5S non è tanto (o per ora) una sfida all’Europa:

È invece una partita in primo luogo interna al Paese e che si svolge sulle due dimensioni indicate dal Presidente: la prima è quella della solidarietà e della coesione sociale immediata, dove non si possono esporre ai rischi di una politica economica avventuristica i risparmi degli italiani, le prestazioni del welfare state e il funzionamento dell’economia.

La seconda dimensione è quella della prospettiva: i giovani e il futuro di cui parla Mattarella sono clamorosamente assenti dai provvedimenti del governo, a meno che non si voglia considerare un interesse verso i giovani la promessa del reddito di cittadinanza. Non una mossa liberatoria del governo contro l’Europa, dunque, ma uno scrollone che rischia di far male all’Italia.

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