Euribor: l’ultima corsa ai mutui in saldo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-15

Le banche offrono ancora il variabile allo 0,5% per finanziamenti inferiori al 50% del valore dell’immobile. Possibile negoziare il fisso con uno spread dello 0-0,1%, l’Euribor a tre mesi atteso sopra l’1% solo nel 2023

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A fine 2019 il «vecchio» Eonia andrà in pensione e anche l’Euribor dovrà farlo se non rispetterà i requisiti fissati dal regolamento Ue sugli indici di riferimento (Bmr, Benchmarks Regulation) per garantire maggior trasparenza e solidità. In ballo, spiega il Sole 24 Ore, ci sono, secondo le stime della Bce, strumenti finanziari per quasi 22mila miliardi di euro fra derivati, prestiti e titoli di debito, oltre 6mila miliardi dei quali saranno ancora attivi al momento del passaggio di consegne.

Euribor: l’ultima corsa ai mutui in saldo

Gli strumenti di debito indicizzati all’Euribor valgono attualmente657 miliardi. Fra questi vi sono bond sovrani e sovranazionali per 249 miliardi, bond finanziari per 260 miliardi e corporate bond per 148 miliardi. Le attività indicizzate all’Eonia sul mercato monetario (segmento Ois) valgono 10.900 miliardi di euro. Si tratta in generale di strumenti derivati. Le attività indicizzate all’Eonia del mercato monetario collateralizzato valgono 400 miliardi di euro e quelle sull’unsecured 89 miliardi.

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Mutui: il tasso Euribor e le previsioni (Il Sole 24 Ore, 15 luglio 2018)

Spiega ancora il quotidiano economico che un mese fa gli investitori ipotizzavano che l’Euribor a 3 mesi – a cui è agganciata la maggior parte dei mutui a tasso variabile – sarebbero tornati sopra la soglia dell’1% a dicembre 2022. A distanza di un mese invece lo scenario è cambiato a favore dei mutuatari. Le aspettative ora danno l’Euribor a dicembre 2022 allo 0,83% e solo a giugno 2023 oltre l’1%. Le famiglie non sono indifferenti alla nuova fase di saldi. Secondo Crif, infatti, a giugno, dopo 15 mesi consecutivi di calo delle richieste, le domande di mutui (sia nuovi che surroghe) sono aumentate del 3,6%. L’unica incognita sul futuro riguarda lo spread deciso dalle banche. Se queste continueranno a tenerlo pressoché azzerato sui fissi e intorno allo 0,7% sul variabile (a cui però va sottratto l’Euribor se negativo, cosa che è sempre bene verificare) i saldi proseguiranno anche quando il Qe andrà in pensione.

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