L’esposto su Rocco Casalino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-25

I verdi ipotizzano la minaccia al pubblico ufficiale per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri

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Ieri l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha annunciato di aver aperto un fascicolo d’indagine sul messaggio Whatsapp di Rocco Casalino in cui il portavoce della presidenza del consiglio minaccia un repulisti di tecnici del ministero del Tesoro. Casalino, giornalista pubblicista, dovrà rispondere della presunta violazione degli articoli 2 e 11 della legge professionale n. 69 del 1963. Il Consiglio dovrà quindi verificare se le dichiarazioni del portavoce di Conte, giornalista professionista, e in particolare il loro tenore e l’uso del linguaggio “siano pertinenti, continenti e compatibili con gli articoli 2 e 11 della legge professionale numero 69 del 3 febbraio 1963”. Ovvero, con l’articolo che prevede diritti e doveri dei giornalisti, e con un altro, l’11, che regola le attribuzioni dei Consigli dei vari ordini regionali e impone loro di vigilare “sulla condotta e sul decoro degli iscritti”.

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Intanto i Verdi hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma sull’audio di Casalino. Bonelli e Alemanni chiedono “di verificare se nelle condotte sopra indicate si possano ravvisare reati, visto che l’articolo 336 del Codice penale prevede che ‘Chiunque usa violenza o minaccia a un pubblico ufficiale [c.p. 357] o ad un incaricato di un pubblico servizio [c.p. 358], per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni [c.p. 29, 32; c.p.p. 7] La pena è della reclusione fino a tre anni, se il fatto è commesso per costringere alcuna delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per influire, comunque, su di essa.’

Leggi sull’argomento: La leggenda del Tria Salvatore

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