Enrico Varriale racconta la sua versione: “Ci siamo colpiti entrambi, quello messo peggio ero io”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-01

In un’intervista a Repubblica, Enrico Varriale racconta la sua versione dei fatti sulla presunta aggressione che gli è costata una denuncia da parte della sua ex compagna

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“Ho fatto qualcosa che non deve essere fatto, ma non sono uno stalker, tantomeno un violento”. In un’intervista a Repubblica, Enrico Varriale espone la sua versione sulla vicenda delle violenze alla sua compagna per la quale è stato denunciato ed è stato raggiunto da un provvedimento di divieto di avvicinamento da parte del Gip. “Lo so che è successo qualcosa che non doveva succedere – racconta il giornalista, volto noto di Rai Sport – ma so anche che non sono il mostro di Milwaukee e penso che sia giusto dire come sono andati davvero i fatti”. Ha deciso di affrontare il processo con rito ordinario, ma la Procura aveva chiesto il giudizio immediato ritenendo le prove fornite dalla donna “schiaccianti”.

L’ex compagna aveva infatti accompagnato alla denuncia alcuni referti medici che certificavano alcune abrasioni nella zona del collo. “Ma non l’ho strangolata”, rivela Enrico Varriale, che spiega: “Al Gemelli le hanno fatto una prognosi di cinque giorni per un’abrasione alla base del collo, solo un’abrasione. Ci siamo colpiti tutti e due, non l’ho picchiata. Non ho provato a strangolarla. È stato un litigio. Alla fine avevo l’occhio pesto, quello messo peggio ero io, lo hanno visto diverse persone, anche nei giorni successivi. Ma io non mi sono fatto refertare”. Una rissa con colpi reciproci, quindi, secondo il giornalista. E non una aggressione unilaterale per gelosia come sostenuto dalla donna. Varriale ha anche riferito di un altro episodio di violenza da lui subìto, la sera del 29 luglio: “Lei si accorse che avevo cambiato password al computer, prima usavo il suo nome, e ha dato di matto, mi ha tirato il computer in faccia. Poi però abbiamo fatto pace”.

Il giornalista afferma convinto di non aver “mai picchiato una donna”. “Sono della scuola che nemmeno con un fiore – dice – e questo è stato il primo 25 novembre in cui non ho moderato o partecipato a qualche evento importante in difesa delle donne. Anzi. Mi consenta di esprimere la mia massima solidarietà alla collega Greta Beccaglia”. E sulle accuse di stalking e le telefonate nel cuore della notte spiega: “Ma lei era famosa perché non dormiva mai. Si alzava alle tre e cominciava a scrollare il telefono. Una volta era online e ho provato”.

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