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Chiesto il “processo immediato” per Varriale perché le “prove sono schiaccianti”
neXtQuotidiano 22/11/2021
L’ex compagna ha denunciato il giornalista per minacce, percosse e stalking. La procura di Roma chiede di saltare l’udienza preliminare
Saltare l’udienza preliminare e andare subito a processo. È questa la richiesta della Procura di Roma per il caso che vede coinvolto Enrico Varriale, accusato dall’ex compagna di percosse, maltrattamenti, minacce e stalking. Secondo i magistrati capitolini, ci sarebbero delle “prove schiaccianti” (coadiuvate dai referti medici ospedalieri presentati dalla donna nella sua denuncia) a carico del giornalista – ex vicedirettore di RaiSport – e per questo motivo chiedono il processo immediato nei suoi confronti.
Varriale andrà a processo immediato per le percosse all’ex compagna
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, Varriale risponderà direttamente dall’Aula del tribunale di Piazzale Clodio alle accuse emerse dopo le denunce presentate dalla sua ex compagna alla fine del mese di settembre per alcuni fatti accaduti all’inizio del mese di agosto. Nessuna udienza preliminare, ma un processo diretto perché le prove – secondo i giudici – in mano alla magistratura sono evidenti. La donna, infatti, aveva raccontato alle forze dell’ordine di esser stata vittima non solo di percosse, ma anche di altri atti intimidatori. Sia a livello fisico che psicologico. E già nei mesi scorsi, l’ex vicedirettore era stato raggiunto da un dispositivo da parte del gip che imponeva il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa”.
“Mi ha picchiata, presa a schiaffi, sbattuta contro il muro, insultata. Mi perseguita con telefonate di notte, si apposta sotto casa, citofona alle 6 di mattina”, aveva raccontato la donna a Il Corriere della Sera. Una narrazione che ha portato alla denuncia che ora è destinata al processo diretto. Nel corso delle ultime settimane – in attesa di un chiarimento attorno a questa vicenda – il giornalista era stato anche “sospeso” dal video dalla Rai. Non si trattava – come specificato da Varriale stesso – di una decisione punitiva da parte dei vertici della televisione pubblica, ma di una scelta condivisa per “tutelare” la sua immagine e quella dell’emittente.
(Foto/IPP/Gioia Botteghi)