Enrico Rossi si candida a segretario del Partito Democratico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-22

“Stasera a Pontedera, che è casa mia, annuncio ufficialmente che mi candiderò alla segreteria nazionale del Pd e quindi lavorerò per raccogliere le firme necessarie per farlo”. Lo ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi oggi a Pisa. “La mia sarà una candidatura – ha spiegato – alternativa a Renzi ma con l’ambizione di …

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“Stasera a Pontedera, che è casa mia, annuncio ufficialmente che mi candiderò alla segreteria nazionale del Pd e quindi lavorerò per raccogliere le firme necessarie per farlo”. Lo ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi oggi a Pisa. “La mia sarà una candidatura – ha spiegato – alternativa a Renzi ma con l’ambizione di superare la dinamica tra renziani e antirenziani. Per questo mi definisco convintamente rossiano”. “Quello che mi sento di assicurare fin da ora è che non farò danni al Pd, perché penso che in un partito plurale come il nostro si possa esprimere le proprie opinioni anche senza dover poi portare via il pallone con il quale si gioca”, ha continuato Rossi, marcando una distanza da chi “come D’Attorre ha invece detto che si prendono schiaffi ogni giorno”. La sua candidatura alla guida del Pd ha l’obiettivo di “uscire dagli schemi attuali dell’essere con Renzi o anti-Renzi e di avere come interlocutore la sinistra del partito pur riconoscendo la spinta innovativa del premier”. “Credo che in un partito ci si debba stare anche rispettandone la disciplina – ha concluso – ed è per questo che dopo mesi di incontri e occasioni in cui ho espresso le mie idee ho sentito il dovere di candidarmi e di provare a superare certe divisioni mettendo in campo una proposta politica alternativa ma che non è contro nessuno”.
enrico rossi
Oggi Rossi su Facebook ha anche chiesto al PD di mantenere la barra dritta sulle Unioni Civili:

Sulle Unioni civili il PD mantenga la barra dritta.
L’ipotesi della fiducia del governo sulla legge sulle unioni civili che prevede l’accordo con NCD di Alfano escludendo quindi l’adozione del figlio del partner nelle coppie omosessuali, mi pare rinunciataria e sbagliata.
Sulla carta, dicono i ben informati, i voti per far passare anche le adozioni ci sono, anche contando una ventina di dissidenti nel Pd e il no dei centristi: il pallottoliere parla di 165-168 sì alla stepchild, compresa una trentina di grillini. Certo, dopo voltafaccia sul canguro, nessuno crede alla lealtà dei senatori M5s.
Ma, ancora ieri, Di Maio del Movimento 5 stelle dichiarava di essere pronto a votare la legge “al cento per cento”.
Dunque, non c’è ragione per non andare avanti e provare ad approvare la legge così com’è.
Il PD deve tenere la barra dritta, come è stato capace di fare finora, senza rifiutare il confronto e senza opporsi a soluzioni di compromesso, ma evitando lo stralcio delle adozioni che produrrebbe una legge parziale e lesiva di diritti e discriminatoria.
A mio avviso sarebbe importante un segnale forte sul divieto della pratica dell’utero in affitto; una forma di sfruttamento del corpo della donna che nulla può giustificare.
Invece, un atteggiamento rinunciatario consentirebbe a molti, a cominciare dai 5 stelle, di sfuggire alle proprie responsabilità. Soprattutto darebbe l’idea di un PD che si lascia paralizzare in tatticismi e oscure logiche politiche o, peggio, che resta vittima di pressioni di ambienti religiosi e conservatori.
Anche questo sarebbe un altro errore clamoroso, dopo che Papa Francesco proprio su questo tema ha detto esplicitamente di non volersi immischiare nella politica italiana.

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