Emanuela Brugiotti: la mamma assessora che accusa il M5S di discriminazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-02-18

«Le motivazioni delle ordinanze… sono agghiaccianti. Se ci sarà danno all’immagine, se perderò clienti, andrò in tribunale. Sono stata accusata di negligenza, di non aver dato alcun contributo in giunta».

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Emanuela Brugiotti è l’assessora al IV Municipio a cui la presidente Roberta Della Casa ha ritirato qualche giorno fa la delega alla Trasparenza dopo averle tolto quella al bilancio lo scorso novembre. L’opposizione nei giorni scorsi aveva attaccato il MoVimento 5 Stelle accusando di averla cacciata per la maternità. Oggi la Brugiotti rilascia un’intervista a Repubblica Roma firmata da Lorenzo D’Albergo in cui conferma tutte le accuse:

Dottoressa Brugiotti, perché non riaccetterebbe l’incarico?
«Le motivazioni delle ordinanze… sono agghiaccianti. Se ci sarà danno all’immagine, se perderò clienti, andrò in tribunale. Sono stata accusata di negligenza, di non aver dato alcun contributo in giunta».
Ma non era in maternità?
«Appunto! Secondo la presidente Della Casa non avrei individuato i miei obiettivi. Mi chiedo se si renda conto di cosa ha dichiarato. Si può giudicare una persona in un periodo in cui ha dichiarato di non poter essere a disposizione?».

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Poi cos’è successo?
«Il 12 febbraio ho comunicato l’impossibilità di rientrare il giorno dopo a causa di un secondo intervento chirurgico. Ho chiesto un confronto telefonico. Di tutta risposta, mi è stata notificata la seconda ordinanza di revoca. Sono stata cacciata anche dalle chat di lavoro e non è vero che non ho dato informazioni sulla mia data di rientro».
Cosa le ha detto sui risultati?
«Nell’ordinanza c’è scritto che non avrei individuato gli obiettivi per il 2017, che vanno concertati con il resto della giunta. Ma va da sé che nei due mesi di maternità non potuto incontrarli».
E i consiglieri municipali 5S?
«All’inizio hanno gridato tutti allo scandalo, poi si sono completamente disinteressati, non ho avuto più alcun riscontro. Già a novembre avevano contattato i consiglieri comunali, ma poi si è arenato tutto».

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