L’atleta iraniana che ha gareggiato senza hijab a Seul è scomparsa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-18

Dopo l’apparizione di Elnaz Rekabi ai Campionati asiatici della Federazione internazionale di arrampicata sportiva, si sono perse le tracce della donna

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Il suo gesto aveva fatto il giro del Mondo. Elnaz Rekabi, atleta iraniana, aveva gareggiato ai Campionati asiatici della Federazione internazionale di arrampicata sportiva (disputati a Seul) senza indossare l’hijab per coprire la propria testa. Un gesto simbolico per protestare contro la violenza sulle donne deflagrata – in Iran – dopo la morte di Mahsa Amini. Ora della donna si sono perse le tracce. Non risponde alle telefonate di parenti e amici e avrebbe lasciato l’albergo che la ospitata (in Corea del Sud) con due giorni di anticipo rispetto al previsto. E non è partita da sola, per fare ritorno in Iran, ma con tutti gli altri membri della federazione. Secondo fonti citate dalla BBC, all’atleta sarebbero stati sequestrati passaporto e telefono e ora sarebbe stata trasferita in carcere.

Elnaz Rekabi scomparsa dopo aver gareggiato a Seul senza hijab

Una vicenda dai contorni ancora oscuri ma che segue di pari passo gli ultimi accadimenti tra Teheran e dintorni. E ci sarebbe stato anche un ricatto da parte del governo iraniano. Secondo il portale IranWire – a cui collaborano giornalisti dissidenti -, prima della sparizione di Elnaz Rekabi le forze dell’ordine avrebbero arrestato (senza aver commesso alcun reato) suo fratello. Un ricatto per obbligarla a tornare immediatamente in patria (insieme al resto della Federazione, con il Presidente che avrebbe avuto un ruolo attivo nell’esecuzione di questo ordine arrivato direttamente dalla voce del numero uno del Comitato Olimpico iraniano), consegnare il passaporto, il telefono e finire in manette.

Perché l’atleta iraniana, ora, sarebbe stata già trasferita all’interno del carcere di Evin (lo stesso in cui è rinchiusa da settimane l’italiana Alessia Piperno e dove, solo qualche giorno fa, ci sono stati scontri che hanno provocato diverse vittime), la prigione a cui sono stati già destinati centinai di dissidenti del regime di Teheran. Il tutto per aver deciso di non indossare l’hijab durante una gara di arrampicata. Ora, ovviamente (per via dei precedenti, anche recenti), c’è grande apprensione per le sue sorti, soprattutto perché sarà quasi impossibile ottenere ulteriori informazioni dall’interno del Paese.

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