Elisabetta Trenta: così la ministra M5S rischia il danno erariale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-21

La responsabile della Difesa ha designato come suo consigliere una persona che non aveva i requisiti. La Corte dei Conti si arrabbia

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La ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha scelto come suo consigliere giuridico un magistrato militare, Mariateresa Poli, specificando nel provvedimento che è stata «un magistrato ordinario e attualmente è magistrato militare fuori ruolo». Per la Corte dei conti la scelta è illegittima. Ora la ministra rischia che le sia contestato il danno erariale. La storia è raccontata da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

La prima contestazione riguarda i tempi. Scrivono i giudici della Corte: «Si rileva la tardività sia della trasmissione (non in linea con le tempistiche delle moderne tecnologie informatiche di inoltro, né compatibile con fisiologici tempi procedurali del controllo preventivo di legittimità)sia soprattutto della nomina, effettuata con decorrenza dal giorno stesso del conferimento, richiamando l’attenzione sul fatto che il decreto, titolo che legittima l’esercizio delle funzioni, non può esplicare — salvo eccezionali ragioni di urgenza, da motivare in modo specifico — effetti prima dell’apposizione del visto».

Ma la colpa più grave imputata alla ministra è quella di aver designato una persona che non poteva ricoprire quell’incarico perché è la legge a vietarla. Nelle «osservazioni» i giudici evidenziano infatti che proprio perché si tratta di un magistrato militare «non possiede i requisiti professionali e di carriera tassativamente richiesti dalla legge secondo cui il consigliere giuridico deve essere scelto tra i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati dello Stato, consiglieri parlamentari, nonché docenti universitari e avvocati».

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Spiegano che «un magistrato militare è sottoposto al controllo del ministro della Difesa e dunque non può essere il consigliere perché la sua posizione di soggetto “vigilato” attenua, se non preclude, la sua necessaria indipendenza rispetto al ministro». E dunque comunicano di aver deciso di «trattenere il decreto in attesa dei chiarimenti che l’amministrazione vorrà eventualmente fornire, avvertendo che decorsi 30 giorni si procederà allo stato degli atti».

In realtà la delibera è del 18 dicembre e dunque i 30 giorni sono trascorsi, ma la replica dal ministero non sembra aver confutato le contestazioni perché si appella al fatto che Poli è stata magistrato ordinario, dunque ha i titoli. Nei prossimi giorni è attesa la decisione della Corte dei conti e se sarà confermato che la nomina è illegittima potrebbe aprirsi una pratica per il conteggio dei danni erariali che riguardano sia i compensi versati, sia gli eventuali benefit di cui gode il consigliere giuridico.

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