Fatti
Pizzarotti dimostra a tutti che un 5 Stelle senza Grillo è possibile
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-06-11
Il sindaco di Parma arriva al secondo turno con una grande affermazione personale e spazzando via il M5S ortodosso che gli avevano candidato contro in città. Dando ai grillini una lezione di coerenza e dignità, prima che di politica. Servirà?
Noi non sappiamo se Federico Pizzarotti riuscirà a essere confermato nel ruolo di sindaco di Parma, anche se la sua affermazione al primo turno contro il candidato del centrosinistra Paolo Scarpa è già stata netta. Ma una cosa Pizzarotti con questo risultato del primo turno l’ha già dimostrata: un MoVimento 5 Stelle senza Beppe Grillo è possibile, e forse pure vincente. Gli exit poll lo accreditano di una forbice tra il 36,5% e il 40,5% mentre il candidato del centrosinistra Paolo Scarpa si attesta tra il 27 e il 31%. Daniele Ghirarduzzi, candidato del M5S, arriva al 3-7%.
Pizzarotti dimostra a tutti che un 5 Stelle senza Grillo è possibile
Pizzarotti infatti è riuscito ad arrivare alla fine della corsa a Parma senza l’appoggio del partito di proprietà di Beppe Grillo, anzi, trovandosi quel simbolo che aveva corso per lui qualche anno fa contro. Eppure ce l’ha fatta ad arrivare al secondo turno e ha ottime chances di essere riconfermato primo cittadino. Una vittoria che può servire come prova generale in tanti comuni e per tanti sindaci che Beppe ha lanciato e poi mollato. Pizzarotti aveva cominciato male, ovvero promettendo quello che non poteva mantenere: «Per fare l’inceneritore qui dovrete passare sul cadavere di Pizzarotti», disse Grillo in un comizio ormai famoso. Quella battaglia la perse.
Così come perse quella per avere come direttore generale del Comune Valentino Tavolazzi, piegandosi in quell’occasione al volere di Beppe & Casaleggio che avevano cacciato anni prima perché si era azzardato a partecipare a una riunione. In seguito però Pizzarotti ha cambiato rotta: ha capito che lui, eletto davvero dal popolo, non poteva farsi mettere i piedi in testa da uno nominato con il Porcellum dopo aver preso qualche voto su internet. Ha salutato tutti quando, in occasione dell’avviso di garanzia per il Teatro Regio, si è accorto che Grillo usava il suo potere per ricattarlo politicamente. Ha scoperto che è assurdo fare il sindaco obbedendo a Grillo e Casaleggio.
Massimo Bugani, il Grande Stratega
Ha anche capito che chi evitava persino di rispondere ai suoi messaggi e di incontrarlo in realtà aveva paura di lui e della sua autonomia. Alla fine ha sbattuto la porta e se ne è andato, quando ha capito che il silenzio del MoVimento 5 Stelle nei suoi confronti serviva a impedirgli di correre di nuovo. Ha fatto la sua lista civica e ha surclassato il Grande Stratega che Grillo ha mandato a Parma per organizzare il 5 Stelle, ovvero quel Massimo Bugani che aveva già dimostrato la sua abilità politica a Bologna:
Non serviva certo questa dimostrazione per sapere che il M5S era un MoVimento proprietario. Per intuire l’imbarcata che avrebbe preso a Parma il candidato grillino “ufficiale”, invece, bastava ammirare come la piazza aveva risposto alla chiamata del MoVimento ortodosso. Un successone di quelli epici, ma state sicuri che nessuno pagherà per questo perché a Grillo i suoi piacciono obbedienti prima che bravi. Intanto Pizzarotti, zitto zitto, ha dimostrato alla sua città che un grillismo senza grillo è possibile. Chissà: magari anche altri a breve impareranno la lezione.