Ecotassa, come cambia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-18

Allo studio un nuovo emendamento che colpirà solo alcuni Suv e i modelli di lusso. Le novità non convincono le case che chiedono la totale abolizione dell’imposta

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L’ecotassa cambia. La nuova soluzione di compromesso fissa il limite oltre il quale scatta l’imposta a 155 grammi di C02 per km. Si salverebbero utilitarie e molte auto di fascia media, ma di certo non sarebbero penalizzati solo i Suv o le auto di “extralusso” come assicurato dal ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio. La Lega ancora ieri stava provando ad innalzare ulteriormente il limite. Dal tetto al “malus” dipenderà anche il corrispondente restringimento degli incentivi per le auto verdi: per le auto agevolabili si ragiona su un limite di 40mila euro di listino. Anche ieri le associazioni del settore – Anfia, Federauto, Unrae – si sono dette contrarie alla misura.

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Ecotassa, le modifiche (La Stampa, 18 dicembre 2018)

Spiega oggi Paolo Baroni sulla Stampa che alzando l’asticella a quota 150 grammi per chilometro non ci sarebbero problemi non solo per le vetture più piccole, come Panda, 500, Citroen C3, Golf, ma anche per Jeep Renegade e Compass, Bmw Serie 5 ed X1, le Alfa Giulia e Stelvio 2.2 turbodiesel (ma non per il 2mila a benzina) e, tra gli altri, alcuni modelli di Audi A6. Fuorigioco finirebbero realmente i grandi suv e le auto di lusso, come l’intera gamma benzina o diesel di Porsche e Mercedes o le Maserati Ghibli e Levante, o vetture molto potenti come l’Alfa Giulia Quadrifoglio.

Il peso dell’operazione verrebbe caricato tutto sulle 5060mila auto che producono livelli più elevati di emissioni di Co2. In un modo o nell’altro l’incidenza dell’ecotassa ne uscirebbe notevolmente circoscritto, un fatto questo che però aprirebbe un problema di copertura. Con gli incassi del «malus» il governo contava infatti di reperire i 300 milioni di euro necessari a finanziare il «bonus», che per le auto elettriche è pari a 6mila euro e per le ibride arriva a 3mila.

Per questo non è escluso che oltre a rimodulare gli importi del prelievo il governo debba rivedere anche quelli degli incentivi, in particolare quelli destinati alla fascia 70-90 grammi (oltre 130mila nuove immatricolazioni tra auto gpl e diesel «green»), a cui era destinato un contributo di 1.500 euro e di cui la comunicazione di palazzo Chigi domenica sera non ha fatto menzione.

«La nuova tassa ricorda il super-bollo, non ha effetti sulla riduzione dell’inquinamento, crea un ammanco nel bilancio dello Stato e impatterà sull’occupazione del Paese», affermano Anfia, Federauto e Unrae, che chiedono al governo «di eliminare ogni ulteriore gravame fiscale a carico degli automobilisti».

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