Mara Lapia, dopo l’audio ecco il secondo testimone: niente calci e pugni

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-12-18

Dopo l’audio su Whatsapp spunta un’altra testimone che conferma: niente calci e pugni. Lei: «Versione colorita arrivata da Roma». I testimoni sostengono che l’onorevole ha reagito con livore, minacciando di chiamare la polizia e pronunciando l’odioso «Lei non sa chi sono io»

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Niente calci e pugni nel fatto che ha coinvolto l’onorevole del MoVimento 5 Stelle Mara Lapia. E niente costole rotte, visto che il referto dell’ospedale di Nuoro smentisce la prima versione diffusa domenica pomeriggio dal MoVimento 5 Stelle i cui esponenti avevano espresso solidarietà e vicinanza alla deputata parlando di “frattura costale e varie contusioni”.

 

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Mara Lapia e l’inesistente frattura alla costola

Si riparte da qui per il caso di Lapia che ieri ha movimentato la giornata politica a causa di un audio circolato su Whatsapp e attribuito a un’infermiera di Nuoro in cui si smentiva totalmente la ricostruzione fornita domenica ai media sostenendo che la donna non era stata aggredita né colpita e che era “caduta” a terra in un modo quasi simulato. «Non so cosa abbia spinto questa persona a fare tutto questo putiferio – ha detto ieri Lapia – se è una testimone che ha lasciato la sua dichiarazione, lì doveva finire. Non capisco cosa la porti a fare questo. Considerate le mie condizioni, è stata più preoccupata di lasciare un messaggio audio che non di dare soccorso».

I medici del San Francesco le hanno assegnato 30 giorni di cure per quella che in gergo sanitario viene chiamata infrazione della sesta costola sinistra. Lei ha subito sporto denuncia con il suo avvocato Basilio Brodu. L’acquisizione dei racconti dei testimoni sentiti nell’immediatezza dei fatti (l’uomo, che avrebbe precedenti specifici si è allontanato ma è stato identificato da Lapia che ha fornito alla Mobile una accurata descrizione) sono andate avanti di pari passo con la visone dei filmati ripresi dal sistema di videosorveglianza dell’area.

Una versione dei fatti “più forte” da Roma

Scrive oggi Repubblica che Lapia prima di chiudersi nel mutismo si è lasciata sfuggire che lei non ha mai parlato di calci e pugni ma da Roma è venuta una versione un po’ più forte. Fonti ufficiali confermano che l’uomo è stato denunciato per lesioni ed è già noto alle forze dell’ordine proprio per casi di aggressione, ma escludono, sentite le testimonianze, che la deputata sia stata colpita mentre era per terra. Ma il quotidiano porta anche altri elementi interessanti per comprendere la vicenda:

Una cosa è certa, perché sottovoce la confermano tutti: sabato pomeriggio mentre era alle casse, una dipendente ha inavvertitamente sporcato con una bibita l’onorevole Lapia. La deputata, che tutti a Nuoro descrivono come persona “di certo capace di reagire con veemenza”, rimprovera la cassiera.

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Un uomo in fila prende le difese della dipendente e dice la frase che nessun parlamentare 5S vorrebbe mai sentirsi dire: «Chi credi di essere» e ancora «voi politici puzzate». I testimoni sostengono che l’onorevole ha reagito con livore, minacciando di chiamare la polizia e pronunciando l’odioso «Lei non sa chi sono io», che nessun cittadino vorrebbe mai sentirsi dire.

Ma attenzione perché c’è un altro problema. L’infermiera M. R. che ha smentito via Whatsapp Mara Lapia sarebbe amica di un assessore di Nuoro mentre la stessa deputata ha detto che un altro ex assessore, suo “nemico”, avrebbe fatto circolare l’audio. Tutte circostanze smentite dagli interessati al Corriere della Sera. Sardiniapost intanto trova un’altra testimone dei fatti: si chiama A. C. e anche lei conferma che calci e pugni non ce ne sono stati.

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